Aspettando la... Santa Inquisizione

Ci sono mattine in cui svegliandosi ci si domanda se si è stati vittima di un teletrasporto o di un esperimento tecnologico molto avanzato che ci ha permesso di viaggiare nel tempo, tornando indietro di molti secoli. Come dire? Vai a dormire la sera nel tuo letto e ti svegli l’indomani nel Medioevo. Dopo un attimo di smarrimento, una rapida riflessione associata ad una doccia fredda e un buon caffè, permettono di comprendere che non c’è stato nessun teletrasporto ma che semplicemente accadono cose, ancor oggi, il cui senso proprio ci sfugge. O che forse, citando Vasco Rossi, “il senso proprio non ce l’hanno”. Stando ai fatti, il nuovo “lungimirante” (!) sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro (nella foto), ha riesumato pratiche estinte da tempo: mettere all’indice una serie di libri considerati “devianti”.

Andando ad approfondire, si scopre che i volumi nel mirino del primo cittadino di Venezia sono libri per l’infanzia, ed in particolare tutti quei libri e quelle storie per i più piccoli che sembrano – anche trasversalmente – parlare di gender, di famiglie arcobaleno o di genitore uno e due. Tra i libri incriminati spuntano titoli come “Piccolo Blu e piccolo giallo” di Leo Lionni, “Il pentolino di Antonino” di Isabelle Carrier, che affronta il delicato tema della disabilità o “Piccolo uovo” disegnato da Altan, che mostra le diverse forme possibili di famiglia, incluse quelle omosessuali e arcobaleno. È assai curioso che Brugnaro voglia smascherare i “degenerati” e mettere al sicuro i più piccoli bandendo un libro come “Piccolo blu e piccolo giallo”, che altro non è se non la storia di due colori, piccolo blu e piccolo giallo appunto che, pur nella loro profonda diversità, sono così amici da decidere di mescolarsi per creare il verde. Dietro questo libro che forse a molti di noi era apparso positivo, a favore della cultura della diversità e dell’inclusione, del rispetto e dell’amicizia, utile a far comprendere ai più piccoli che non si devono temere le tante forme di diversità che offre il quotidiano, a detta del sindaco della Laguna si cela un messaggio pervertito, una storia sessualmente ambigua tanto da rientrare nei libri gender... è evidente (ma solo al sindaco Brugnaro) che il libro di Leo Lionni narri la storia di due omosessuali. Battute a parte - del resto la vicenda è tanto grottesca quanto anacronistica - è preoccupante pensare che ancora oggi, in un Paese democratico, possano essere messe in atto simili forme di censura.

I libri peraltro - e questo era chiaro anche ad Hitler - accrescono la consapevolezza. Bandirli per alimentare ignoranza, discriminazioni e paure non dovrebbe essere consentito. Non c’è dubbio che non si sia pronti ad accettare il diverso che, in quanto non conosciuto, spaventa ancora molto, ma procedere su questa strada potrebbe riportare in voga fenomeni verso i quali non si nutre grande nostalgia, come la caccia alle streghe o la Santa Inquisizione.

In questo specifico caso riteniamo inoltre indispensabile l’intervento di Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Il proattivo ministro dovrebbe impedire che nelle scuole dell’infanzia veneziane questi libri possano essere banditi, e che tentativi di censura di questo tipo possano ripetersi!

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:23