Manifesto Ventotene,   un possibile ritorno

Se incontri un greco e comprende che sei italiano, ti dice: italiano-greco, stessa razza stessa faccia. Ecco oggi possiamo dire che non e più così, il popolo greco, nel bene e nel male, con le sue responsabilità ha avuto il coraggio di dire “No” alla dittatura dell’euroburocrazia e tecnofinanza europea, che simbolicamente viene rappresentata dalla Trojka. La differenza tra noi e i greci è che loro hanno una classe politica e un orgoglio nazionale (da non confondere con il nazionalismo) che in Italia manca.

Dal 1994 siamo governati da uomini di origine cattocomunista e dunque ricattabili a livello europeo, anzi per sdoganarsi si sono messi al servizio dei poteri finanziari e nell’altro schieramento c’è un imprenditore di successo, che è certamente capace ma non è mai diventato un politico, meno che mai uno statista; il quale si è circondato di personaggi di dubbia capacità e moralità, senza creare una classe dirigente. La forza di Tsipras è dovuta a due fondamentali aspetti: egli è un uomo con una visione politica e valori condivisi dal suo partito tra i quali quello di combattere l’austerità imposta dall’Europa come un vangelo, dall’altro ha compreso che contrastando l’austerità dell’euroburocrazia a trazione tedesca correva il rischio di essere defenestrato con manovre di palazzo e con pressioni finanziarie come è stato fatto con Silvio Berlusconi.

Il referendum, che in Italia è stato fortemente contestato dal pensiero unico dei mass media, ormai proni al potere finanziario, è stato la mossa politica per svincolarsi dal golpe strisciante dell’oligarchia europea e dal ricatto che poteva subire. La scena politica che si apre del dopo referendum non è semplice, dipenderà da vari fattori. Un primo problema sarà che ogni stato europeo dovrà fare i conti con il proprio popolo per come presentare un nuovo accordo, visto che in questa Europa gli egoismi nazionali condizionano la politica europea. Il referendum ha svelato che i regolamenti e le direttive europee che vengono imposti ai vari Stati non possono essere al di sopra delle sovranità popolari.

Ovviamente c’è il rischio che la speculazione finanziaria che controlla l’euroburocrazia tenti di vendicarsi cercando di far fallire la Grecia, ma questo determinerebbe un grave contraccolpo sia ai Paesi creditori ma, cosa ancor più grave, svelerebbe il volto cinico della dittatura finanziaria agli occhi di tutti i popoli europei, minando profondamente, forse in modo irreversibile, l’istituzione europea. In questa Europa manca la politica, ed è grave la dichiarazione del rappresentante tedesco del Partito Socialdemocratico di Germania (Spd) e presidente sia del Parlamento europeo che del Partito del Socialismo Europeo (Pse), Martin Schulz, che ha minacciato la Grecia. Grave perché prevale l’egoismo nazionale alla visione solidaristica del socialismo. Il socialismo europeo ha smarrito la strada della giustizia sociale e della partecipazione democratica nella costruzione del sistema europeo.

Manca la politica, perché i leader dell’Europa meridionale dovrebbero fare cartello contro una visione nordcentrica dell’Europa, l’aver messo nelle costituzioni dei singoli Stati il Fiscal compact dimostra la sudditanza alle politiche dell’austerità che il nord Europa ha imposto. L’Italia in questo frangente è stata non solo assente ma umiliata, le decisioni le prendono la Merkel e Hollande; la Mogherini sembra la Cenerentola della politica estera sia dell’Europa verso gli altri Continenti che nei problemi interni ai singoli stati europei. Nei telegiornali in diretta dalla Grecia sono comparsi personaggi italiani che sono inesistenti elettoralmente nel nostro Paese (Vendola, Fassina, Ferrero) o politicamente (Grillo e Salvini); presunti leader in cerca di visibilità e strumentalizzazione politica del coraggio e competenza altrui con un vizio tipico del provincialismo italico duro a morire.

Gli scenari del dopo referendum sono estremamente fluidi, ma il voto del popolo greco contro questa Europa dei banchieri può essere l’opportunità per un ritorno alla costruzione di una Europa dei popoli così come fu scritta nel Manifesto di Ventotene.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:31