Lo spazio di Samantha e gli “astroinvasati”

La missione spaziale del capitano dell’Aeronautica Militare, Samantha Cristoforetti (alla quale giungano le mie più sincere congratulazioni), ha generato, come spesso accade in Italia, motivi di contrasto tra chi ritiene che sia tutto uno spreco e chi al contrario ritiene che sia un’occasione per guardare al futuro dal punto di vista geopolitico e biomedico. Ma la straordinaria funzione della missione del capitano Cristoforetti va ben oltre la sperimentazione in questi ultimi due campi per sconfinare nella filosofia e nella sociologia, avendo la nostra eroina dato inconsapevolmente luogo all’epifania di una nuova categoria italica dello spirito: l’“astroconvintone”.

L’astroconvintone non è quello che quando ci sono i Mondiali di calcio è sempre stato un allenatore e col disastro della Costa Concordia è sempre stato un capitano di ventura. Sarebbe troppo facile, così come sarebbe un errore accomunare questi due prototipi socio-filosofici. L’astroconvintone è, al contrario, una categoria dello spirito a sé. Moralmente ed antropologicamente superiore in virtù delle “ricerchine” fatte su Internet per fare bella figura con il “commentatore cavernicolo”, l’astroconvintone ha colmato il vuoto che ha sofferto l’elettore di sinistra rimasto orfano della purezza dei suoi beniamini politici indagati dalle procure di mezza Italia. Pare che gli astroconvintoni più sentimentali abbiano anche rivisto le puntate di Star Trek. Ma questa ipotesi non è scientificamente dimostrabile. Per gli astroconvintoni il capitano Cristoforetti è “Samantha”: è una loro amica. Ho detto amica? Devo rettificare: è una loro amica ma soprattutto collega, che prima di salire sull’International Space Station (Iss) ha fatto un debriefing con ognuno di loro.

L’astroinvasato cela nel cuore un desiderio: che “Samantha” si candidi nel Partito democratico. Una gioia incommensurabile che potrebbe generare nell’astroconvintone, oltremodo invasato, problemi di salute di natura cardiaca. Recenti studi stanno tentando di dimostrare che l’astroconvintone di mezza età (successiva evoluzione della stadiazione sociologica primordiale, meglio nota col nome di astroconvintone “in pectore”) era quello che alle elementari prediligeva il tema di fantascienza del tipo “Come sarà il futuro”, nel quale inevitabilmente scriveva: il mondo del futuro lo immagino pieno di robot che schiacci un pulsante e fanno tutto. Per mangiare sarà sufficiente una pillola, ecc.

Dopo quarant’anni l’astroconvintone scrive in maniera “astroarrogante” (ovvero in maniera sicuramente più articolata ma un po’ “gnègnè” e con la puzzetta radical-chic sotto il naso) la solita menata che “Samantha” ha condotto degli studi sull’osteoporosi. Samantha: non gli scienziati. E che tutti i gadget tecnologici sono il risultato di ricerche aerospaziali. E prova pena, l’astroconvintone, per gli “epicurei a loro insaputa” che, avendo problemi un pochino più “terreni”, suggeriscono di concentrarsi sulle “cose umane” mettendo per un attimo da parte “gli intermundia”. Non foss’altro per sopravvivere abbastanza da continuare le ricerche iniziate dal team di cui il capitano Cristoforetti fa parte.

Credo che quando il clamore ed il risalto mediatico volgeranno al loro epilogo, la nostra “Samantha” potrá vedere con altri occhi tutti gli astroinvasati che riempivano Internet delle solite “tre, quattro cazzate in croce” su di lei. E capirà che forse per guarire l’osteoporosi potrà anche volerci molto, ma che comunque la sua missione ha avuto un indiscutibile ed inatteso risultato: quello di aver visto da così lontano la piccolezza fisica dell’uomo. Ed una volta tornata sulla Terra quello di aver constatato che spesso la piccolezza fisica è un tutt’uno con la sua piccolezza interiore. E che la sua foto migliore non è quella di Napoli o di Poggibonsi vista dall’alto, ma è quella con l’obiettivo puntato sull’animo umano con un drammatico zoom sulla supponenza e sulla miseria umana.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:35