Il Pd e il debito di un uomo solo

Nessuno li invidia proprio. Anzi, tutti lo evitano e schivano in un batter d’occhio sia lui che il suo incarico. In altre parole, quell’uomo è rimasto solo contro il mondo e noi (pur non conoscendolo) gli esprimiamo la nostra solidarietà a prescindere.

Lui è Carlo Cotticelli, tesoriere del Partito democratico di Roma che ha dato le dimissioni dall’incarico da oltre due anni, ma non si trova uno che sia uno disposto a sostituirlo nell’incarico. Dopo essere entrato nel mirino per i 6-7mila euro chiesti a Salvatore Buzzi per pagare i dipendenti del partito capitolino, Cotticelli ha rilasciato un’intervista a Libero nella quale ha descritto lo stato delle disastrate finanze del Pd romano. Ma in quelle righe una frase (ad oggi non smentita) ci ha lasciato perplessi ed è la seguente: “La situazione economica del Pd è allarmante: il debito maggiore, circa 1,4 milioni, è verso l’Agenzia delle Entrate, poi ci sono quelli verso i fornitori che stiamo risolvendo, senza contare gli eletti che non versano le quote”.

A parte i fornitori e gli eletti un po’ “bricconcelli”, il dubbio è: ma davvero il fisco nazionale (cioè lo Stato, cioè noi) deve riscuotere di 1,4 milioni dalla “versione romana”, da questi qui? Non spiega, il tesoriere, da quanto tempo l’Agenzia della Entrate non vede un euro provenire dalle casse del Pd. Di certo, però, l’importo è enorme ma lo è assai meno della fiscalità dell’ente nel pretenderne il pagamento: e questo non è bello.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:37