I Democratici (Romani) su Marte

Il Romanzo Criminale di Roma è da sei mesi “Mafia Capitale”. E da due anni “l’alieno” Ignazio Marino ne è il sindaco. Che si dice e viene proclamato mondo da ogni peccato: un Santo nel postribolo. Si aggira l’Ignazio tra i 77 indagati ed arrestati di dicembre ed inciampa, ora, tra centinaia di perquisizioni, in nuovi 19 arrestati finiti in carcere, 25 ai domiciliari e 21 indagati a piede libero. Marino non può più convocare il Consiglio capitolino per mancanza del numero legale. A meno che non si voglia far svolgere l’assise civica in carcere.

La colpa, dicono ad una voce Ignazio e Orfini (capataz del Pd romano), è dei malavitosi di destra. Alludono forse a Luca Odevaine, vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, poi capo della polizia provinciale di Nicola Zingaretti? Oppure a Daniele Ozzimo, ex assessore del Pd alla Casa e marito della responsabile welfare del Pd Campania, quella che chiamava Buzzi della “29 Giugno”, altro arrestato, “grande capo”? A Mirko Coratti, ex presidente Pd dell’assemblea capitolina? O al suo segretario Franco Figurelli? O a Pierpaolo Pedetti, presidente Pd della Commissione Patrimonio? O al suo fedele Mario Cola? O a Massimo Caprari, capogruppo di Centro Democratico? Forse sì, perché da tempo Stefano Fassina dice che il Partito democratico in realtà è di destra.

Nascosto dietro gli arresti dei forzisti Luca Gramazio e Giordano Tredicine, il commissario Matteo Orfini proclama l’Ignazio “Santo dell’Antimafia”. Intanto però l’ex sindaco Gianni Alemanno non è nemmeno indagato. L’onorevole del Pd, Ileana Argentin, lo ammette di botto a Radio Radicale: “Sono amica di Ignazio, non gli dico di dimettersi, ma un passo indietro, un mettersi in discussione ci vorrebbe. Altrimenti la gente non va più a votare”.

Invece niente, tra playstation e calcetto, Orfini tiene duro terrorizzato dalla minaccia dell’orda grillina in caso di nuove, eventuali elezioni romane. Preso da un antico tic, incolpa i servizi segreti mentre Marino, immobile, sembra il sindaco del lontano pianeta rosso. Sulla Terra, amara realtà, lui è invece il capo di “Mafia Capitale” in mezzo all’enorme conflitto di interessi, denunciato a gran voce da Vincino, del rapporto tra Pd e Cooperative. Dopo Raffaella Paita, un altro pezzo che si sgretola.

Volente o nolente, Roma va al commissariamento. Marino a casa (forse in America). E i Democratici romani su Marte, che sembra conoscano molto meglio dell’Urbe.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:19