Il dopo-elezioni di Vdg

Certo, da un punto di vista strettamente aritmetico, che la lista “Vittime della giustizia e del fisco”, presentata alle recentissime elezioni regionali della Campania, e capeggiata da Arturo Diaconale, abbia ottenuto soltanto la percentuale dello 0.3%, può sembrare un ridimensionamento di ogni velleità politica ed elettorale della lista e di coloro che l’abbiano supportata.

Tuttavia, le considerazioni che s’impongono son di differente segno e militano tutte per una conclusione di tipo opposto. Infatti, se si pensa – come si deve – che la lista è stata preparata e i candidati sono stati messi insieme in poche settimane; che i finanziamenti sono stati eguali a zero; che l’organizzazione è stata lasciata alle capacità di ciascuno, nessuno dei quali ovviamente era un professionista della politica o delle campagne elettorali; che la lista era – ed è purtroppo rimasta, per mancanza di fondi e di adeguate forme pubblicitarie - sconosciuta alla gran parte degli elettori; che ovviamente essa era in tutti i modi osteggiata da quanti ne potessero temere il potenziale elettoralmente esplosivo e dirompente; che oltre metà degli aventi diritto al voto non si è recata alle urne; ebbene, se si pensa tutto ciò, l’aver raccolto in termini assoluti oltre ottomila voti rappresenta un risultato lusinghiero che, se non ammette toni trionfalistici, lascia comunque ben sperare per il futuro.

Quale futuro? Un futuro che direi necessario, perchè necessario è il progetto politico della lista che ricalca in modo evidente le linee portanti del Tribunale Dreyfus, del quale – è bene ricordarlo – Diaconale è stato ispiratore ed è Presidente. Si tratta, come è noto, di un progetto politico che, prendendo le mosse dall’esigenza ormai indefettibile di denunciare, di rimediare, di difendere dalle malefatte in ordine all’ amministrazione della giustizia e ai rapporti con il fisco, si propone di mettere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica proprio questi aspetti dolorosi e umanamente molto problematici, coagulando attorno alla soluzione degli stessi il necessario consenso politico di tutti gli uomini di buona volontà. In questa prospettiva, la lista presenta alcune particolarità che le sono proprie, caratterizzandola rispetto ad ogni altro partito in competizione elettorale.

Essa si lascia cogliere infatti come trasversale rispetto ad ogni altra formazione politica, più o meno tradizionale: prova ne sia che essa riscuote apprezzamento da parte di elettori di ogni appartenenza, senza distinzioni di ruolo o di ideologia. Ciò accade evidentemente in quanto chiunque comprende come e quanto sia vero, ed ancora attualissimo, l’ammonimento di S.Agostino, “remota iustitia, quid sunt regna nisi magna latrocinia?”. Infatti, che farsene di una buona scuola ( ammesso che ci sia ), di un buon sistema ferroviario e di trasporti ( ammesso che ci sia), di un buon sistema di difesa ( ammesso che ci sia), se poi, al momento opportuno, il cittadino non è per nulla certo, pur avendo ragione, di vedersela attribuire in giudizio o, e a volte è anche peggio, pur vantandola nei confronti del fisco, di potersi sottrarre all’abuso di potere che spesso viene in tale ambito consumato?

Insomma, la lista capeggiata da Diaconale – e che aspira a divenire nei prossimi mesi di rilievo nazionale – ambisce a far capire anche a quelli che non vi siano incappati in prima persona ( perché questi, ahiloro!, l’hanno già capito a lor spese ) come il tema della giustizia e del fisco costituisca una sorta di precondizione che è necessario poter soddisfare in via preliminare prima di affrontare altri, pur rilevanti, problemi del vivere insieme. Ciascuno che appunto ne abbia fatto esperienza diretta lo sa bene: in Italia, purtroppo, non basta aver ragione per vedersela dare nei Tribunali o presso le Corti giudicanti.

Ciò accade, quando accade, in virtù di una serie di circostanze favorevoli la coesistenza contemporanea delle quali non sempre è possibile garantire. Negli altri casi – numerosi e spesso dolorosi – bisogna affidarsi alla sorte, sia in sede penale che in sede civile: ed è allora davvero un terno al lotto. Tuttavia, non si può vivere una vita sicura e degna di esseri umani sotto il peso dell’alea di una scommessa che non si sa se sarà vinta o drammaticamente perduta. Identica cosa accade con il fisco : un Moloch contro il quale si è spesso senza efficace difesa. E’ tempo allora di cambiare principiando proprio da qui: dai punti che rappresentano la base fondamentale del vivere civile: ecco la proposta della lista di Arturo Diaconale. Ne riparleremo presto e ripetutamente, perché su questi argomenti non si ripete mai abbastanza.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:30