Minacce Equitalia  e gaffe-impresentabili

Al taglio delle teste a un tanto al chilo stile Termidoro siamo ormai prossimi. C’è un ente privato, per alcuni nocivo se non inutile, come Equitalia, che si permette di fare pressioni da “Bravo” di Manzoni sulla Corte Costituzionale. Con tanto di indiscrezioni pilotate sull’esito della sentenza che dovrebbe decidere la costituzionalità di un aggio all’8 per cento. Indiscrezioni che appaiono sul “Corriere”, il giornale del sistema bancario italiano. La Consulta, che è al livello costituzionale del capo dello Stato con in più funzioni di garanzia, viene quindi trattata da Equitalia come una prostituta di strada.

Di complemento c’è anche una confusionaria ideologica come Rosy Bindi che si permette di stilare liste di impresentabili, a suo giudizio, con il timbro della Commissione parlamentare antimafia. Con qualche errore grottesco come quello riportato dal Corriere della Sera di quel tizio, ex imprenditore, bidonato in Puglia da un altro imprenditore anni fa, il quale ultimo prima ha preteso di pagarne l’opera con un postdatato e poi ha denunciato il furto dell’assegno quando quello stava per incassarlo. Con il risultato che il povero Fabio Ladisa, candidato con “Popolari per Emiliano”, prima si becca la sòla, poi il processo che dovrà certificarla, mentre quell’altro che lo ha fregato se la ride, e infine l’etichetta di impresentabile. Targata Rosy Bindi, presidente pro tempo della Commissione antimafia. Se questa è la maniera di fare pulizia prima delle elezioni teniamoci lo sporco che è meglio.

Qui siamo al livello di Pinocchio che finisce in carcere dopo aver denunciato il Gatto e la Volpe. Eppure l’imbarbarimento pseudo-securitario e giustizialista un tanto al chilo che si respira quando ci sta un passaggio elettorale, fosse pure il rinnovo del Consiglio comunale di Canicattì, sta generando dei mostri. Della logica e del buon senso prima ancora che dello Stato di diritto. E il bello è che con questa informazione che si diverte a correre dietro con il microfono all’assessore indagato di turno, ma magari poi in casa propria guarda meno, si veda il silenzio assordante sul caso Sopaf-fratelli Magnoni-casse di previdenza private, la mistificazione è eretta a valore portante. Così come le esigenze di cassa dello Stato prevalgono sui diritti fondamentali della nostra Costituzione. Con il Paese ridotto alla morale utilitaristica di una società di recupero crediti.

Le elezioni in sette regioni italiane si stanno svolgendo così: clima da far west e assedio degli Apache. Avesse ragione Pannella a denunciare la sostanziale non democraticità liberale? È davvero questo ciò di cui l’Italia ha bisogno? Da ultimo va citato Luigi de Magistris, che definisce “grave la fuga di notizie di una sentenza di Cassazione”, chiaramente quella che mette in dubbio l’utilità di un’eventuale vittoria di Vincenzo De Luca alla Regione Campania a causa delle trappole della Legge Severino... sentenza di Cassazione che come tale per definizione è ovviamente pubblica... invece le intercettazioni e i tabulati delle sue inchieste sui giornali erano una cosa normale...

 

@buffadimitri

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:34