Ma la democrazia siamo noi!

Se un Governo, che già gode dell’assenza di un’opposizione, riesce a giovarsi anche di una informazione partigiana e strumentale, allora davvero tutto può succedere. In questi ultimi giorni, infatti, la forza della grancassa mediatica che sostiene Matteo Renzi si è dispiegata al massimo per trasformare, come succedeva nei vecchi laboratori fotografici, il negativo in positivo.

L’accordo europeo sull’immigrazione è stato sbandierato come un successo straordinario dell’Esecutivo per la soluzione del ciclopico problema dei flussi della disperazione che attraversano il Mediterraneo. Pensate che potenza abbia la comunicazione, la soluzione ottenuta con l’Europa è in sostanza una sorte di miope e inutile, oltreché demenziale, manuale Cencelli dell’immigrazione: “Tanto spetta a te, tanto a lui, tanto a questo e tanto a quello”. Questa sciocchezza ideale è arrivata a frazionare i corpi umani, perché le percentuali assegnate addirittura sono indicate con il 12,3 per cento di profughi ad un Paese, l’11,8% all’Italia e così via. Tanto basterebbe per dirla lunga sul dispositivo attuato in Europa, ma il peggio vuole che dovremmo essere in sostanza proprio noi (Paese noto per le capacità organizzative di tipo svizzero) a governare il manuale Cencelli dell’immigrazione, accogliendo, identificando e smistando fuggiaschi e disperati.

Questo è il grande successo ottenuto dal Governo che i giornali e le tivù a tutto volume hanno raccontato a modo loro... Senza una pace imposta in quelle terre infuocate dalle lotte tribali non se ne esce e purtroppo quei clan, quelle fazioni, quelle tribù da sole non faranno mai pace. O lo si capisce oppure il Mediterraneo diventerà una gigantesca e infinita via crucis sino a quando il vaso tracimerà di brutto e in Italia saranno guai grossi.

L’altra grande notizia di successo governativo, riportata a caratteri extralarge, è l’aumento dello 0,3 per cento del Prodotto interno lordo; una minuzia, un niente, il nulla rispetto a quel che ci vorrebbe. Non solo, ma si è volutamente omesso di riportare assieme alla pochezza dell’incremento del Pil, il fatto che contemporaneamente il debito è salito molto di più, il reddito pro capite è sceso, la deflazione permane, i consumi restano inchiodati intorno allo zero. Eppure i media filogovernativi, per non parlare delle dichiarazioni di Renzi, Padoan e compagnia cantante, annunciano agli italiani la svolta verso la ricchezza, il benessere e la crescita. Ovviamente non è così e non solo per le ragioni di cui sopra, ma perché volendo spulciare meglio la situazione ci si accorge che su scala nazionale peggiorano le insolvenze, aumentano le liti, i contenziosi, le richieste di rateizzazioni con Equitalia e, nonostante il Quantitative Easing di Draghi, la velocità di circolazione della moneta resta incollata con il bostik. Sono questi i segnali di quanto resti critica e pericolosamente in bilico la nostra economia, quando in un Paese esplodono le liti con il fisco e la necessità di pagare a rate le tasse diventa indifferibile, vuol dire che si è ad un passo dal precipizio. Fare finta di niente, anzi farsi supportare per dire il contrario, è semplicemente assurdo, è la testimonianza della incapacità, della disonestà intellettuale e del delirio di onnipotenza.

Del resto il terrore con il quale si cerca rimedio alla sentenza della Consulta, rischiando per altro un’altra legge incostituzionale, parla chiaro, non stiamo meglio anzi in prospettiva andiamo peggio. Questo perché se in una fase così favorevole sui tassi, sui cambi, sui costi energetici, si riesce a malapena a fare lo zero virgola qualchecosa, quando la fase sarà finita (probabilmente tra poco più di un anno) esploderà la tempesta sull’Italia e sull’euro. Sarà quello il momento della verità sul grande imbroglio di una Europa costruita male e governata peggio, ma sarà anche la ragione per la quale e con la quale Renzi franerà definitivamente. Sarà, infatti, l’economia e il mercato a porre fine ad una stagione di errori e orrori, avidità e soprusi, miopie e prepotenze e sarà solo da quel momento che, rimboccandoci le maniche, potremo mettere a frutto i sacrifici che certamente ci troveremo a compiere, ma saranno sacrifici per il futuro, per tornare padroni di noi stessi e del nostro Paese, per ricostruire sul pulito, per dare speranze ai nostri figli.

È questo il punto di immensa differenza, l’utilità dei sacrifici e del sudore dei cittadini, fino ad ora è servita solo a nascondere e tappare le vergogne di una politica disonesta, vorace, insaziabile, sono serviti a salvare chi doveva essere salvato, sono serviti a mantenere a suon di soldi un apparato pubblico e burocratico fra i più grandi , inutili e inefficienti del mondo. Domani se e quando sarà, servirà finalmente a restituire fiducia alla gente, dignità al Paese, futuro ai giovani, lavoro alle persone e questo e solo questo rappresenta il motivo e la ragione per cui possa e debba esistere la democrazia.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:20