Eppure votano centrosinistra!

Che un Governo tenti di svilire, edulcorare, plasmare ad uso proprio una sentenza della Consulta è gravissimo e pericoloso. Ogni delibera della Corte più alta non solo ha effetto immediato, ma in punta di diritto non è suscettibile di interpretazione, altrimenti saremmo alla repubblica delle banane. Dunque, piaccia o no, gli arretrati sugli adeguamenti pensionistici spettano a tutti, almeno fino a quando una nuova legge stabilisca novità che, però, varranno solo da quel momento in poi.

Per questo il tentativo dell’Esecutivo Renzi di arrampicarsi sugli specchi rappresenta quanto di più illiberale possa testimoniarsi. Va da sé che dare arretrati ai cosiddetti pensionati d’oro suoni ingiusto, per quel che ci riguarda addirittura ingiustissimo, ma il diritto non è un elastico da tirare a proprio piacimento, per questo prima di fare le leggi bisognerebbe conoscerlo molto bene. A dirla tutta, lo sbaglio grave non è stato tanto e solo quello del Governo Monti, sul quale vale la pena di stendere un velo pietoso, ma quello che parte da molto più lontano e che attiene all’intero sistema pensionistico italiano. Solo nel nostro Paese, infatti, è stato possibile fare in modo che si costruissero le pensioni d’oro, così come i pensionati-baby, così come il modello retributivo, così come, ancora, lo schema dei vitalizi parlamentari. È stata questa una delle tante vergogne della politica italiana, che da decenni ha solamente massacrato i conti del Paese con ingiustizia, demenzialità, disonestà intellettuali e purtroppo fattuali.

Comunque sia oggi, Renzi e Padoan dovrebbero (anzi devono) dare corso per intero alla sentenza e provvedere contemporaneamente per il futuro ad una nuova legge che (si spera) non sia a sua volta incostituzionale. Detto ciò, il terrore che si è insinuato nel Premier e nel suo braccio destro all’Economia la dice lunga sulla realtà dei conti pubblici. Se fosse vera solo la metà delle ricchezze e dei progressi economici e finanziari di cui straparlano, l’applicazione della sentenza, seppure importante e impegnativa, sarebbe stata ammortizzabile in corso d’opera. Non essendo così - perché stiamo messi sul filo della sostenibilità - l’impatto monetario generato del dispositivo della Corte ha ovviamente scatenato panico e disperazione nel pallottoliere del bilancio taroccato dalle chiacchiere e dalle spavalderie annunciate. È proprio questo che deve farci riflettere, deve cioè farci capire la dimensione del rischio quotidianamente incombente. Basta infatti che solo uno degli indicatori previsti alla bisogna muti per qualsiasi causa per correre il rischio di fibrillare i conti del Paese. Dunque viviamo sul ciglio del burrone e non come ci dicono in una ripresa in corso forte e chiara.

Sta tutta qua la tragedia degli ultimi tre governi Monti, Letta ed oggi Renzi; nonostante ci abbiano tolto ogni goccia di sangue in ogni modo possibile, nonostante ci abbiano tartassato ed ossessionato con Equitalia, nonostante ci abbiano esasperato con addizionali, obblighi, ed imposizioni, il Paese rischia l’osso del collo. È questa la testimonianza plastica di quanto i tre soloni di Governo abbiano solo pensato a tappare voragini a danno dei cittadini, senza minimamente programmare uno straccio di modello per la crescita del lavoro, dei consumi e del fatturato industriale. Tre governi incapaci, mediocri, tre Governi cattocomunisti, radical chic, che con la solita ipocrisia che li distingue, anziché pensare alla gente, alle famiglie e alle piccole e medie imprese, hanno tutelato banche, poteri forti, grandi gruppi e soprattutto interessi della Germania ai danni dei cittadini. Hanno pensato a risolvere l’anemia che ci stava uccidendo sottraendo l’ultima goccia di sangue disponibile della popolazione. Per dimostrare quanto fossero bravi ad evitare la bufala del default e del dissesto hanno insomma eseguito con obbedienza i compiti assegnati loro, quelli cioè di svuotarci le tasche per salvare e garantire chi doveva essere salvato e garantito.

Bene, i risultati sono quelli che vediamo e la paura per l’effetto della sentenza non può lasciare margini di dubbio e cioè che è vero il contrario di quello che dicono e che fanno dire dall’informazione di sostegno, per questo la chiosa finale non può essere altro che l’urgenza di aprire gli occhi su Renzi, sulla maggioranza e sulla necessità di cambiare.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:30