
Si è svolta lo scorso venerdì 8 maggio una folta assemblea di funzionari prefettizi per protestare contro il loro "datore di lavoro": il Ministro dell'Interno Angelino Alfano. Da tempo, le Prefetture sono in camera di rianimazione come le Province: oggi spacciate, ma domani non si sa. La sorte ingrata ha voluto che i Prefetti fossero legati alle giurisdizioni territoriali provinciali, per delimitare entro quei confini amministrativi il loro controllo istituzionale sulle funzioni decentrate dello Stato unitario.
Quindi: se le Province scompaiono, le Prefetture ne seguono la sorte attestandosi per la loro residua sopravvivenza nelle sole circoscrizioni regionali. La prima cosa da chiarire, se avessimo un Governo serio e non lo abbiamo, sarebbe la seguente: "Le Prefetture, servono, o no?". Se "Sì", come vanno riqualificate, e in base a quale disegno strategico di governo del territorio? Da tempo il Centro non ha risposte per questi antichi e fedeli servitori dello Stato.
I quali, ovviamente, se ne lamentano e la misura è davvero colma. La loro carriera non solo è falcidiata nei numeri ma perfino nelle funzioni. Il Ministro della Funzione Pubblica di turno, Madia, ha pensato bene di farli rientrare in un fantomatico "Ruolo Unico dei dirigenti dello Stato", con il bel risultato -come ci hanno illustrato i Prefetti-sindacalisti, Palomba e Corona- che il ruolo unico rafforza il cesarismo della Presidenza del Consiglio, dato che tutti gli incarichi saranno conferiti dal centro. Se esiste una sola qualifica di dirigente è ovvio che sia la politica a scegliere chi deve dirigere, in particolare, gli uffici prefettizi.
L'introduzione del ruolo unico ha come conseguenza l'abolizione delle carriere e, per la funzione prefettizia, questo significa dover rimettere mano alla legge 121/81 che riorganizza la Polizia di Stato. Sicché potrebbe accadere, in un domani, che sia un dirigente di polizia a coordinare in provincia le forze dell'ordine! Quindi, i Prefetti chiedono a gran voce ad Alfano un emendamento al ddl Madia per la loro immediata esclusione dal ruolo unico. E, poi, cari governanti, vi sembra questo il momento di ridurre i presidi di sicurezza sul territorio? La riforma Madia-Renzi non rappresenta, forse, la più grande operazione di spoil system mai tentata finora, in cui si perde definitivamente il principio dell'imparzialità della dirigenza? Come si spiega che il Governo non abbia ancora dato ai Prefetti gli strumenti necessari (comprese risorse finanziarie adeguate) per fronteggiare il problema dell'accoglienza ai migranti? E che vuol dire avere una sola scuola nazionale di alta formazione dirigenziale? Fa parte del disegno del "Partito della Nazione" e della creazione di un "Caro Leader" italiano?
Altra questione irrisolta: come mai il buon Casini ha piazzato un emendamento dell'ultimora per escludere la carriera diplomatica dal ruolo unico (la sola che rimarrebbe "speciale" tra le sopravvissute carriere civili, oltre ai Magistrati!), mentre gli Uffici di Alfano non hanno minimamente pensato a battere sul tempo i loro concorrenti con la feluca, presentando loro per primi un emendamento analogo? È bene qui ricordare un dettaglio non trascurabile: quando erano i Prefetti a controllare le spese folli e gli atti amministrativi dei comuni lo Stato era "leggero", costava poco e dimostrava ben maggiore efficienza rispetto a quello di questa fantomatica Seconda/Terza Repubblica!
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:24