
Dopo la sua adesione a “Vittime della Giustizia e del Fisco”, l’Opinione pubblica la seguente intervista al senatore Giovanni Mauro.
Senatore Mauro, la sua lunga militanza politica l’ha portata da poco tempo a prendere per “mano parlamentare” il movimento/partito fondato da Arturo Diaconale, "Vittime della Giustizia e del Fisco". Perché questa decisione?
La mia è stata una scelta di continuità con i valori portati avanti da militante e da parlamentare di Forza Italia. Aderendo a questo Movimento darò più forza alle battaglie condivise negli anni con il presidente Silvio Berlusconi. L’autorevolezza di Diaconale e dei componenti del Tribunale Dreyfus mi ha convinto a rappresentare in Senato l’idea di uno Stato più moderno, liberale, più vicino ai cittadini per combattere così un sistema diventato ormai oppressivo e pervasivo.
Molti ritengono che risolvere questi due macro-problemi significherebbe rilanciare l’intero Paese arenato nella palude della crisi, ritiene sia possibile?
Assolutamente sì. La giustizia tutta, penale, amministrativa, civile e contabile, ha bisogno di essere profondamente riformata; determina infatti non solo perdite di attività per il nostro sistema economico, ma è foriera di forti ingiustizie privando spesso i nostri cittadini dei fondamentali diritti civili. Se penso al sistema della carcerazione preventiva, nel settore penale, o al pignoramento dei beni, nel settore civile, penso a strumenti che uccidono le libertà degli italiani.
Il partito si presenta alle elezioni regionali in Campania con sue liste, quali le possibilità di successo? L’appoggio a Stefano Caldoro è incondizionato?
L’appoggio al presidente Caldoro è assolutamente condizionato. Abbiamo infatti chiesto e ottenuto di avere nel programma una particolare attenzione ai nostri temi: da un lato, la riduzione della pressione fiscale per quanto di competenza regionale e, dall’altro, il regime di garanzia per il sistema penitenziario regionale. Caldoro, tra i candidati in campo, ci sembra in assoluto il più credibile e coerente per i valori garantisti che ha sempre professato.
La sua attività di senatore si distingue per una operosità indefessa, questa sfida un rinnovato entusiasmo, quale futuro vede per lo schieramento di centrodestra nel quale vi collocate?
Il centrodestra è l’ambito valoriale ed elettorale in cui ci muoveremo. Immaginiamo un centrodestra che, anche in virtù della nuova legge elettorale, riesca a definire un ampio schieramento capace di rappresentare le sensibilità che storicamente sono state alla base del pensiero dei moderati italiani. Per questo credo che subito dopo la competizione regionale si dovrà dare vita a un partito di tipo repubblicano che si contrapponga al Partito Democratico così come avviene ad esempio negli Stati Uniti.
Il Governo Renzi si distingue fra le altre cose per il ricorso al decreto legge per andare avanti… in alcuni casi senza che vi sia una necessità urgente come recita l’articolo 77 della Costituzione, mi riferisco nello specifico al decreto sulle banche popolari, l’opposizione promossa dalla Regione Lombardia impugnando il terzo comma dell’articolo 117 che evidenzia quanto le Popolari abbiano uno stretto legame con il territorio e che sia quindi la Regione a legiferare… cosa ne pensa? Si farà promotore di proposte anche a nome del partito “Vittime della Giustizia e del Fisco”?
Il provvedimento sulle banche popolari è stato purtroppo un esempio tipico della concezione statalista che in più occasioni ha manifestato il Governo Renzi. L’Esecutivo ha voluto mettere mano, anche per alcuni inconfessabili interessi, persino dove il protagonismo economico dei territori si esprimeva proprio attraverso le banche popolari. Inoltre, il Governo Renzi ricorre alla decretazione d’urgenza e al successivo voto di fiducia troppo spesso esautorando completamente il Parlamento. In particolare, il continuo ricorso alla fiducia non fa che mostrare la debolezza politica di questo Governo, che fa di tutto per evitare dibattiti interni. Un atteggiamento figlio di una visione antidemocratica che abbiamo sempre stigmatizzato e continueremo a stigmatizzare essendo tra l’altro totalmente in disaccordo con il dettato costituzionale.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:37