La maionese impazzita

Continuando così crediamo davvero che, purtroppo, Matteo Renzi andrà avanti per parecchio tempo a fare danni all’Italia. I cosiddetti frondisti interni al suo partito ormai sono più patetici che ridicoli, oltre al coraggio hanno perso, infatti, ogni credibilità politica e nessun italiano scommetterebbe un solo centesimo sulle contestazioni al Premier che, quotidianamente, annunciano salvo poi votare per la “ditta”.

Il primo fra tutti è Pier Luigi Bersani, che colleziona figuracce seppure, come dicevamo, in buona compagnia e Renzi avendo capito l’antifona se ne infischia e tira dritto alla faccia di ognuno e della centralità del parlamento. Dall’altra parte poi non ne parliamo, regna la confusione più totale a partire dall’indecifrabilità di Forza Italia che, evidentemente, non ha compreso il processo di evaporazione che la sta portando alla disintegrazione. Del resto, se Renato Brunetta annuncia che se cadesse Renzi piuttosto che votare bisognerebbe mettere in piedi un nuovo Governo, siamo alla frutta. Solo pensare di sottoporre il Paese al quarto Governo non eletto e al quarto Premier non scelto dalla gente è una follia che la dice lunga sullo stato delle cose in parlamento e nell’opposizione. Siamo finiti nella terra di nessuno, in una steppa politica fumosa dove Renzi pone e dispone orientando il Paese come vuole, comandando con lo scettro la sua squadra ed imponendo a tutti le sue idee. Sull’Italicum è certo che andrà bene; presunti dissidenti a parte, il Premier ha avuto garanzia di un cospicuo gruppetto di forzisti che gli reggono bordone, alla faccia dell’opposizione intransigente. È chiaro che così non cambia niente. Cosa può cambiare, infatti, quando il trasversalismo fa da padrone, quando la paura di andare a casa vince su tutto, annullando orgoglio e appartenenza, e quando il pane quotidiano sono solamente gli inciuci, i ricatti e i tranelli.

Più in basso di così non si può scivolare, nemmeno ai tempi della peggiore Democrazia Cristiana si arrivava a tanto, almeno allora esisteva un po’ di pensiero per la gente, per il Paese e per un minimo di dignità nazionale; oggi neanche quello, c’è solo l’interesse personale, il potere e la gloria individuale. È così che ci avviamo alle elezioni regionali, in una atmosfera opaca e nebulosa dove la chiarezza è una chimera. Vincerà la sinistra, vincerà Renzi di sicuro, di poco o di tanto questo non conta ma di fronte al nulla il successo del Premier è assicurato. Fra patti, inciuci e tradimenti è un anno e mezzo che governa e la fa franca; con chiacchiere, promesse e regalini è riuscito a tirare dritto indisturbato, sembra incredibile eppure è vero.

Le colpe di tutto ciò hanno nome e cognome, l’abbiamo detto e scritto, senza l’avallo di quelli che fanno i dissidenti e senza il patto, che sarebbe ora di chiamare “patto Verdini”, con certezza oggi Renzi starebbe ancora a curare le cascine e i suoi giardini. Forza Italia dovrebbe riflette su quello che è accaduto all’interno del suo partito, sul perché si è perso tutto quel che c’era, ossia una marea di voti e di elettori, di consenso e sostenitori. L’idea di un partito nuovo del tipo americano e repubblicano è molto bella e suggestiva ma, prima di tutto, serve dargli una collocazione chiara e definitiva, serve convincere la gente per chi vota e contro chi vota e serve tutelare con certezza la scelta e l’appartenenza. È quello che dovrebbe fare Berlusconi se davvero volesse recuperare il suo consenso elettorale e riacquistare la fiducia di quelle persone che se ne sono andate perché si sono sentite tradite dalle scelte fatte da Denis Verdini e Gianni Letta, che gli hanno regalato Renzi, la Tasi, la tassa sui risparmi, le persecuzioni fiscali e addizionali, centinaia di migliaia di immigranti e un’Europa che ci ha portato alla disperazione.

La gente che ha votato Forza Italia non stava con Renzi e la sinistra, non avrebbe voluto neanche andarci a prendere un caffè ed invece si è ritrovata con un patto scellerato che mai pensava e che mai avrebbe votato. Per la democrazia serve l’alternativa, in America chi sceglie sa di potersi fidare ed è sicuro dei suoi rappresentati, perché la politica è una cosa seria, un patto di fiducia unico e solo e un imbroglio come il Nazareno non sarebbe nemmeno pensabile, infatti, il trasversalismo non esiste e non esistono inciuci e larghe intese. Il modello americano è molto chiaro e sarebbe un buon esempio da seguire, due schieramenti, due pensieri politici distinti e contrapposti; è una certezza per il voto della gente, per il democratico e per il repubblicano.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:10