
Caro Presidente, lei non ci è mai piaciuto né prima né adesso, abbiamo sempre pensato che fosse molto sopravvalutato, tutto sommato poco preparato, certamente non illuminato, troppo borioso, supponente e diciamolo pure inelegante. Sia chiaro, sono giudizi politici e caratteriali, nulla di personale sull’aspetto privato e quello morale, semplicemente non la riteniamo adatto, adeguato e attrezzato per quel che servirebbe agli italiani, eppure altrettanto francamente diciamo che gioca al meglio la sua partita e lo fa bene, del resto ce la siamo cercata…
Basta ricordare che i signori del PD, oggi intenti ad urlarle dietro, sono sempre quelli che ieri parlarono al loro amico Napolitano, venendo certamente messi a parte del suo imminente incarico, senza provocare in loro alcuna opposizione e contrasto allo sgarbo che Enrico Letta, membro dello stesso partito, avrebbe subito. Non ci fu alcuna contestazione al riguardo perché altrimenti Napolitano senza dubbio più vicino alla vecchia guardia postcomunista, ci avrebbe riflettuto più a lungo e magari alla fine avrebbe desistito, convincendo lei Renzi, che non fosse il caso di forzare la mano tirando per i capelli la costituzione.
Siamo convinti che se il presidenziale Giorgio, capo indiscusso del Paese, avesse trovato barricate da parte di D’Alema, Bersani, Bindi, Cuperlo o Civati, non avrebbe tirato dritto come un treno per insediarla con i tocchi di spada sulla testa e sulle spalle a palazzo Chigi. Con tutta certezza la vecchia guardia fece spallucce convinta di mandarla alla sbaraglio, di crearle un guaio, di spingerla a fare brutte figure, insomma di essere in grado di riprendere in mano la partita togliendola di torno alla bisogna.
È questo un altro tipo di arroganza che un po’ come la sua, caro Renzi, distingue da sempre i cosiddetti migliori, quelli superiori, i soli che per divinazione fatti non furono per essere bruti ma per seguir virtute e canoscenza, come scritto nel ventiseiesimo canto dell’inferno… Parliamo ovviamente degli eredi di Togliatti, i quali dietro strada capirono quanto l’ipocrisia li unisse ai cattolici più furbi, tanto da concretizzare il cattocomunismo, per avere in pugno l’Italia e gli italiani.
Insomma sia come sia, lei Renzi ottenne il via, da parte della maggioranza, di chi contava e dunque fece bene a prendere al volo l’occasione. Come se non bastasse ad adiuvandum, grazie a Verdini, lei portò in dote al Capo dello Stato l’accordo di ferro con il Cavaliere, noto a tutti come patto del Nazareno, con il quale il gioco si chiuse bello e fatto. Dunque, caro Matteo lei seppe calare le sue carte, lo fece a modo suo come le convenne, si mise l’alloro in testo e iniziò la usa carriera d’imperatore dell’Italia e della bandiera. In questo gioco ci ha saputo fare ed è stato assolutamente facilitato dal fatto che dall’altra parte c’era il vuoto, il nulla dell’opposizione svanita nella nebbia del passato, ridotta ad un polo diviso e sgangherato.
Alla luce di tutto ciò è normale che oggi lei si domandi cosa vogliano quei furbetti che volevano gabbarla ed invece sono rimasti gabbati, in risposta a tutto ciò lei se ne infischia e tira avanti, una pacca sulle spalle ad Obama è come la messa per Enrico IV, andare in America e da Putin , da Hollande e la Merkel che le sorridono per rito, la fanno sentire Carlo V, capo di un impero dove il sole non tramonta mai. Insomma tutto normale, in fondo, come già detto, ce la siamo cercata, oggi urlarle contro senza essere capaci da fare altro è peggio che tacere, non vi è dubbio alcuno. Il guaio però signor Presidente è che in mezzo a questo colorito e un po’ forzato racconto c’è la gente, l’Italia, chi soffre veramente e lei sembra infischiarsene anche di loro e impertinentemente.
Altrimenti non avrebbe parlato contro la Tasi per poi lasciarla intatta, contro equitalia per rinfocolarla, contro le ingiustizie per poi regalare gli 80 euro a chi le conveniva e contro le tasse che invece ha aggravato, parliamo del totale caro Presidente, non del parziale come conviene a lei. Alzava la voce contro il 3% dell’Europa per poi allinearsi obbedientemente e puntigliosamente, voleva anche e soprattutto rottamare la vecchia politica e la classe dirigente e guardi chi ha confermato nei posti che contano veramente, ha dato sempre i numeri, sbagliando tutte le cifre e le previsioni, insomma le piaccia o no è stato un flop. Delle riforme poi non ne parliamo, anche perché sarebbe difficile veramente, a parte l’italicum che serve a lei, uno zibaldone di tutto e di niente, nella vita della gente tutto è rimasto come prima, dall’ossessione fiscale alla burocrazia, dagli enti inutili alle addizionali, dagli obblighi amministrativi alle file agli sportelli, una via crucis tale e quale.
E mentre il Paese resta impantanato, invaso da una immigrazione enorme che non può gestire ed era chiaro che così sarebbe stato, la gente vive il dilemma se pagare le bollette oppure le tasse, gli stipendi oppure gli oneri indiretti, l’asilo nido o le imposte comunali, lei Renzi annuncia la ripresa a l’arrivo di ricchezza a profusione, assicurando che tra poco saremo tutti come paperone.
Caro Renzi, è vero che predisporsi al meglio chiama cosa buone ma lei esagera e soprattutto molti dei suoi annunci non tornano, anzi quasi nessuno, di quello che aveva garantito sull’onore, lei ha detto e disdetto, le piaccia o no è quello che si vede. Allora Presidente si dia una regolata perché dissidenti a parte, prima o poi ci saranno gli italiani a giudicarla, la prossima volta non ci sarà Napolitano a nominarla, ma la gente, le persone che non avranno la spada ma la matita dentro una cabina elettorale e chi lo sa che il suo sogno di un impero non finisca male.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:23