Immigrati, piagnistei e lacrime di coccodrillo

Siamo sempre alle solite, noi: sempre ed immancabilmente alla solita litania ed ai piagnistei - le lacrime asciugate come la seta del corredo buono, nel salotto di casa - per i poveri morti affogati in mare. Sempre pronti a dire che l'Europa deve fare qualche cosa, salvo poi, a pochi secondi di distanza, imprecare contro il maledetto euro dei tedeschi, la Banca centrale europea, gli americani che se ne fottono e tutto il resto.

Non siamo soltanto dei pagliacci; siamo dei pagliacci spaventati da eventi che ci soverchiano e che affrontiamo nell’unico modo che conosciamo: facendo la morale al mondo intero. Così, per acquietare le coscienze e poter dire che siamo persone civili, comodamente seduti di fronte ad una platea pronta ad annuire e a compiacersi di se stessa. Francamente, trovo ridicolo il nostro modo di pensare, di parlare e di agire. Domenica sera hanno trasmesso in televisione un episodio della serie “Il commissario Montalbano”. Era del 2005 e parlava di profughi e migranti morti in mare. “Il giro di boa”, il titolo dell’episodio, per chi volesse controllare.

Ebbene, dopo 10 anni e almeno 5 governi di diversa estrazione ideologica, siamo ancora qui a fare filosofia sugli scafisti cattivi che sono le prime vittime, sui poveri migranti in cerca di un tozzo di pane e sui bambini che perdono la vita in mare o nelle angustie di una stiva per topi.

Benedetto Croce disse che noi non possiamo non dirci cristiani. Vero. Infatti, come ai cristiani a noi piace pensare all’inferno così come ce lo immaginiamo e nel quale i cattivi trascorreranno l’eternità. Io detesto il buonismo di maniera: quello nel quale i diritti sono uno strumento di promozione politica o, peggio, di manipolazione sociale.

Arrivano le navi? Facciamo un gioco. Prima che salpino e si riempiano di povera gente, le facciamo brillare, equipaggio a bordo compreso. Gli scafisti scappano in mare aperto? Li facciamo saltare. Insomma. Vediamo chi si stanca prima, se noi o loro (quelli di loro che restano, s'intende). Se non basta, qualcuno dei nostri servizi può fare il resto il loco. Un lavoro ben fatto, pulito.

Ora, molti saranno sconcertati e diranno: un liberale che auspica degli omicidi? Risposta: no. Uno che fa i conti con il pallottoliere e che, non avendo altre soluzioni, divide le palline bianche (che sono migliaia) da quelle nere (che sono poche). E che ha così tanto rispetto per la vita da saper distinguere il pianto vero da quello del coccodrillo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32