Il clima infame

L’indimenticabile Bettino Craxi dopo il drammatico suicidio dell’onorevole Sergio Moroni, nel periodo di Tangentopoli, disse: “Hanno creato un clima infame”. Come in tante altre occasioni, il grande statista aveva ragione. Ovviamente Craxi allora si riferiva all’atmosfera di assurda caccia alle streghe, dove guarda caso queste erano, per così dire, tutte e solamente annidiate da una “parte” ideologica e politica.

“L’altra parte”, a loro dire, vantava solo superiorità morale, onestà, integrità e rispetto della cosa pubblica, naturalmente parliamo dell’area riconducibile alla sinistra comunista e più o meno cattocomunista. Fatto è che quando Craxi, in un suo significativo intervento in Parlamento, invitò chiunque fosse seduto in quell’aula ad alzarsi se certo di non avere nemmeno per sbaglio, mai nella vita, compiuto qualcosa di illecito. Tutti restarono seduti in un agghiacciante silenzio. Non solo, ma Craxi aggiunse che la storia si sarebbe incaricata di fare luce ed accertare la verità sullo stato delle cose. Ancora una volta Craxi aveva ragione, e oggi, più di vent’anni dopo, sappiamo molto meglio, ma ancora non tutto, della famosa superiorità morale dei postcomunisti e del mondo che gli gira attorno.

Quanto diversa, infatti, sarebbe ora l’Italia se quella di Tangentopoli fosse davvero stata una operazione chiara, libera, imparziale. Al contrario, ancora oggi restano non solo dubbi profondi, ma nonostante le tante evidenze finalmente emerse, anche coni d’ombra inquietanti. Certo è che molti personaggi importanti di allora lo sono ancora oggi, chi contava a quei tempi, conta anche nei nostri tempi e molti cenacoli del potere di quegli anni sono rimasti in auge fino ai giorni nostri. Sia come sia, non vi è dubbio che negli ultimi anni l’Italia è progressivamente precipitata in un burrone economico, politico, sociale e materiale, che mai si sarebbe potuto immaginare in un Paese che nella seconda metà degli anni Ottanta era praticamente la quarta potenza del mondo intero.

Inoltre, come se non bastasse, non pochi di quei signori di allora decisero di portare l’Italia nell’euro nel peggiore dei modi, ci infilarono senza ascoltarci in un tunnel di obblighi, vincoli e patti, incuranti delle difficoltà, degli squilibri e dei problemi che nel nostro sistema Paese si andavano evidenziando. Bene, il precipitato dei due fatti storici è l’Italia che vediamo e che purtroppo viviamo, con la certezza che in vent’anni alcuni hanno purtroppo fatto straordinarie carriere, altri soldi a palate, altri ancora affari enormi; in buona sostanza, immensi successi di una potente micro-minoranza, mentre sacrifici, dolori, esasperazioni ed impoverimento esiziale sono spettati alla totalità degli altri.

Insomma, un’Italia smarrita, indebitata fino al collo, esasperata dalla mancanza di lavoro, perseguitata dall’ossessione fiscale, indebolita istituzionalmente e democraticamente, invasa e pervasa da un’immigrazione incontrollata e mal gestita, impaurita da un livello di sicurezza sociale e personale sceso a livelli pericolosissimi. A peggiorare le cose poi, da Monti a Renzi negli ultimi anni, è iniziata un’operazione di terrorismo fiscale e di tartassamento impositivo e burocratico da regime poliziesco. A partire dalla casa, tutto è stato oppresso da patrimoniali e addizionali fino all’inverosimile. Si sono lasciate libere le banche (dopo averle salvate e foraggiate) di chiudere selvaggiamente ogni rubinetto alle famiglie ed all’economia reale, si è permesso agli istituti di credito di operare con i derivati senza limiti legali, gli si è consentito di chiudere il credito alle persone come mai nella storia.

Non solo, ma negli ultimi tre governi si è stravolta ogni garanzia sociale, dalla legge Fornero agli esodati, all’esclusione degli 80 euro per i pensionati minimi, si è azzoppata la democrazia, riducendo la Repubblica ad una monocrazia spavalda ed irritante. Si sono rimessi in libertà, con la scusa dello svuota carceri, fior di delinquenti e svuotate le strade dai controlli delle forze dell’ordine. Si è continuato a spremere su tutto gli italiani, mentre non passa giorno che scandali, ruberie, disonestà e vergogna non sommergano politici e classe dirigente. Tornando a Craxi, si è creato un “clima infame” su tutto e per tutti gli italiani.

La prova è data dal fatto che, mai come in questi anni, c’è stata nella società, un’esponenziale amplificazione di gesti drammatici. Suicidi, omicidi, per cartelle e liti fiscali, per folle reazione a contenziosi bancari, per lavoro perso, per dispute economiche e di affari, per criminose vendette verso abusi e soprusi vissuti come tali, per liti di denaro nelle famiglie o, più semplicemente, perché si è persa la testa per un licenziamento. Un bollettino enorme, drammatico, un vero ed immenso allarme sociale di una miccia che può esplodere ogni giorno e dappertutto.

Più volte ed accoratamente, noi come tanti altri, abbiamo urlato la necessità di una pacificazione sociale, fiscale, amministrativa, il bisogno urgente di risanare la rabbia fra i cittadini e burocrazia, fra Stato e contribuenti, fra politica ed elettori, l’indispensabilità di trovare il modo di consentire una sanatoria pacificatrice su tutte le dispute possibili, le liti ed i contenziosi giudiziari. Insistere sulla strada della spavalderia, delle illusioni, delle bugie elettorali, delle sparate, è pericoloso e demenziale; è una forma di ottusità morale, politica ed ideale. Qui non si tratta di stare con o contro la magistratura e le forze dell’ordine, si tratta invece di capire lo stato di salute dell’Italia.

Non percepire quanto la gente sia sfinita, stanca ed esasperata di combattere ogni giorno contro le ingiustizie, le disfunzioni del nostro apparato amministrativo e burocratico, che costringe il cittadino a difendersi dai continui “attacchi” dello Stato a danno della sua serenità e del suo equilibrio mentale e fisico, sarebbe un immenso errore. Disservizi, scandali, diritti calpestati, umiliati, mortificati, sono l’esasperazione della gente che vorrebbe solo essere lasciata vivere e lavorare in pace e sicurezza, rispettando le regole e partecipando al sostegno della buona spesa pubblica per portare il Paese all’avanguardia come accade nelle democrazie avanzate.

Il clima è infame, pesante come mai lo è stata in Italia, le stupide promesse non servono, come non servono i buonismi ed i relativismi che annientano e distruggono, occorre mettersi in testa che senza la pace sociale, il lavoro e la sicurezza non c’è strada che possa portare alla crescita, allo sviluppo, alla fiducia ed al rispetto fra gente ed istituzioni.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:53