Renzi è s(Coop)piato

L’intero partito comunista (oggi Pd, prima Pds, Margherita, Ds, ecc.) è stato sempre contrarissimo alle leggi di regolamentazione dell’utilizzo delle intercettazioni, perché gli “sputtanati” azzannati sono sempre stati soggetti appartenenti alle altre aree politiche, dunque da approfittarne. Sono cioè sempre stati gli avversari della sinistra ad essere inseriti dalle procure nelle informazioni passate ai giornali perché ne venissero pubblicate le intercettazioni. La vita privata dei politici non di sinistra è sempre stata data in pasto alla morbosità dell’opinione pubblica “ad arte”, per eliminarli dalla scena politica dopo averli isolati ed avere incarognito il loro ambiente circostante. La sinistra politica ne ha sempre tratto profitto e benefici sotto il profilo elettorale, fino a procedere, come oggi, addirittura senza elezioni per andare al governo illegittimo. E proprio dal governo illegittimo proviene adesso l’intento di sbattere in galera i giornalisti ricettatori di notizie e materiale loro dato dalle procure.

Ecco cosa ha detto negli anni Massimo D’Alema che oggi si lamenta del fatto che, tramite le intercettazioni, è emerso che si è fatto pagare dalle Coop rosse di Poletti, attuale ministro del Lavoro (degli altri) del governo Renzi, l’intera vita, vini e Fondazione Italianieuropei. Nel 1994, in piena Tangentopoli, perché si azzannasse per bene Craxi togliendolo di mezzo, disse: “Se Craxi si presenta in procura per denunciare le tangenti al Pci-Pds rischia seriamente di esservi trattenuto. Con le sue pratiche tangentizie il Psi ha condizionato tutta la vita economica e sociale del Paese”.

D’Alema non aveva certo il problema di Craxi a quel tempo come oggi, dato che a lui i soldi allora arrivavano direttamente dai comunisti dell’Urss. Poi, ancora nel 2006, ha sostenuto che “non si debbano limitare le intercettazioni perché per la magistratura sono uno strumento importantissimo di indagine”. E, nel 2011, ha affermato che “il governo Berlusconi punta a una legge che anziché proteggere la privacy vuole limitare l’uso delle intercettazioni come indispensabile strumento di indagine” e, ancora ieri, nel 2014, “sono rispettoso delle sentenze della magistratura ma su Berlusconi c’è una giustizia a velocità variabile. Cittadini meno fortunati, meno ricchi e potenti vanno in prigione per reati molto minori”.

Dunque le cose stanno così: se la stampa aiuta la sinistra politica, la sinistra è a favore del diritto alla libertà di stampa, se la stampa al contrario attacca la sinistra politica, la sinistra vuole fare oggi una legge per mettere in galera, grazie alle procure che passano le notizie, i giornalisti. Detto in altre parole, finché si massacrano quelli di parte politica avversa, tipo i berlusconiani e altri, alla sinistra politica va bene, al contrario si invoca la Costituzione e al giornalista, non la procura oggi cooptata da Renzi al governo, viene tolta la licenza e data la galera. Due pesi e due misure.

Ora che i soldi alla sinistra vengono dalle Coop rosse lo sappiamo tutti, ora che sappiamo non solo come vive D’Alema ma tutta la sinistra, quella vecchia e quella nuova, D’Alema e Renzi si lamentano. Quando finalmente è emerso, non solo il legame tra politica e impresa con Mafia Capitale, Coop rosse, fondazioni, banche rosse tipo Monte dei Paschi di Siena, sindaci di Ischia e altri di sinistra, ma anche lo strettissimo collegamento, e probabile tutt’uno, di Renzi e del suo governo non eletto con quel mondo.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:53