
Che la giustizia su Silvio Berlusconi abbia compiuto errori imperdonabili e così gravi da falsare, viziare, la vita democratica del Paese è chiaro come il sole. Non è chiaro invece il perché non si riesca, da vent’anni almeno, a riformarla da cima a fondo. Dal famoso avviso sul Corriere della Sera al caso Ruby ci sono stati una serie d’interventi da cartellino rosso che nessuna democrazia può accettare senza provvedere a ripristinare lo stato di diritto. Eppure in Italia è stato così, dall’appello di Francesco Saverio Borrelli, allora capo della Procura di Milano, a “resistere, resistere, resistere” a “quello là io lo sfascio” di Antonio Di Pietro, ci sono state una sequela di sentenze assurde, dichiarazioni da golpe e provvedimenti inaccettabili che hanno stravolto non solo la vita di Berlusconi, ma la storia politica ed istituzionale dell’Italia.
Chiedersi oggi chi paga è troppo poco, non serve, non basta e non funziona, bisognerebbe intervenire e riscrivere da capo il capitolo giustizia. Essere stati alfieri della caduta di governi, di ribaltoni al limite del costituzionale e d’interventi a gamba tesa sull’esito elettorale, è un fatto tanto grave da non poter essere risarcito con le scuse. Quando si colpisce a morte la democrazia e si utilizza la giustizia per sovvertire il volere popolare, per togliere di mezzo gli avversari, c’è bisogno di cambiare tutto e senza esitazioni. Qui non si tratta di difendere Berlusconi, che di errori ne ha commessi e tanti sul piano politico e strategico, di difendere una persona importante il cui comportamento può essere o no condivisibile, si tratta di garantire al Paese una giustizia che sia la sicurezza di tutti, della Repubblica e della democrazia compiuta. Ecco perché è urgente riformare e quello che propone Matteo Renzi è cipria; parlare di ferie e di responsabilità in modo contorto, vago ed aleatorio è nulla rispetto a ciò che servirebbe per migliorare la giustizia.
La magistratura è il Dna di una nazione e se i cromosomi non si accoppiano come dovrebbero le malformazioni sono devastanti, pericolose, costose e virulente. Se solo ci mettessimo a contare gli episodi di malagiustizia in Italia ci verrebbe l’orticaria. Non è un caso, infatti, che in Europa siamo i più multati ed ammoniti, da nord a sud. Per cittadini ed aziende una quantità di errori, lentezze, contraddizioni e contrapposizioni, che nessun Paese democratico sopporterebbe. Ecco perché chiedere scusa a Berlusconi non basta, l’unica risposta a questi sbagli non può che essere quella del Parlamento, riformare davvero la giustizia a partire dalla separazione delle carriere e dall’obbligatorietà dell’azione penale.
Andrebbe riformato il Consiglio superiore della magistratura, il livello ed il numero dei gradi di giudizio, il sistema delle procure, la formazione, la selezione, l’organizzazione ed i mezzi a disposizione; serve insomma un intervento radicale, condiviso ed approfondito una volta per tutte. Qui non si tratta di fare l’elenco dei magistrati buoni e cattivi, migliori e peggiori, si tratta di riscrivere le regole a garanzia di ognuno.
Detto ciò guardiamo avanti, ed allo stato delle cose che purtroppo è tutto fuorché tranquillizzante, siamo nel peggiore dei “cul-de-sac”. Liti, scissioni, divisioni e tafferugli, un polverone pessimo che consente a Renzi di porre e disporre come crede senza opposizione. Il premier governa da solo come fosse un monocratico padrone del Paese. L’Italia attraversa un difficilissimo passaggio, sbagliare le mosse significherebbe condannarla al peggiore dei destini, ecco perché ci appelliamo al capo dello Stato affinché con autorevolezza richiami il Presidente del Consiglio ad un comportamento in linea con la saggezza, la misura ed il diritto. La maggior parte del Paese ha accolto con favore l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale e dunque si aspetta i fatti, quelli che servono a garanzia di tutti per il futuro e per il bene della Nazione. Non frenare un treno che corre troppo e male porterebbe solo ad uno schianto ed il risultato sarebbe inevitabilmente doloroso.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:18