Le primarie della Lega

L’estrema ratio, quando si tratta di salvare il mondo, è la bellezza. La bellezza salverà il mondo perché ne fermerà l’impulso autodistruttivo. La bellezza salverà la politica? Salverà il bipolarismo? E come? Tolleranti a tutto, gli italiani sono intolleranti all’esclusione. Magari senza diritto di parola e di voto, esigono di partecipare tutti, fino all’ultimo gruppo ed alla più minuscola cordata, agli eventi, nella convinzione che anche solo la presenza fisica ed una raccomandazione sussurrata di straforo sulla via dell’uscita, bastino a ribadire l’esistenza dei propri diritti. Il bipolarismo per questo non è stato mai amato.

Né si sarebbe imposto mai se non con la forza della soppressione ex lege di molte formazioni politiche. Tutte le lamentele sulla scarsa coesione della destra assomigliano a quelle che pochi anni fa si potevano sentire a sinistra. Ogni volta che uno dei due poli è caduto, si è sempre data la colpa all’alleato minore infido. L’alleato minore esisteva ed esiste perché i poli politici italiani restano delle coalizioni, talvolta palesi, talaltra nascosti. Di nuovo si è cercato di risolvere il problema con la forza. Le leggi elettorali passate e future, anche per spirito didattico, cercano di forzare la mano all’elettore. Piccoli vantaggi numerici si trasformano in devastanti maggioranze di rappresentanza. La speranza istituzionale è che gli italiani si adeguino. Invece quelli, non potendo votare il proprio partitino, preferiscono non votare. Magari, premendo per entrare e partecipare muti e incarogniti, in fondo alle stanze.

È passato solo un mese dal sacro e forte impegno preso da alcuni leader della destra di imporre il metodo delle primarie per trovare unità e leadership comune. Erano Fitto, Tosi e Meloni. L’impegno preso era solo l’ultimo passo di una campagna di anni. La battaglia restava spuntata perché non ammetteva chiaramente l’intento di mettere da parte una volta per tutte il capo, Silvio Berlusconi. Dei tre, due appaiono in gravi difficoltà. Fitto è stato isolato in Forza Italia ed ugualmente Tosi nella Lega. La Meloni sembra cavarsela meglio. Con grande disinvoltura, si è aggregata alla grande manifestazione che la Lega di Salvini è stata in grado di organizzare a Roma. Una manifestazione sorprendente, segnata dalla conquista dei veneti e dei lumbard della piazza capitolina, a dimostrazione evidente di quale deserto di espressione politica autonoma sia divenuta la Capitale. Salvini ha risolto il rebus primarie, salendo nelle preferenze, sopra la stessa Forza Italia. Il segreto non è stata l’alleanza con CasaPound, ma l’adesione alla destra europea. La Lega ha sostituito l’intesa con l’ex alleato forte Berlusconi, con il nuovo asse con il Fronte della Le Pen. Tanto che si può intitolare alla Marine la manifestazione romana leghista. Fitto e Tosi sono due moderati che vorrebbero recuperare alla destra lo spazio politico di centro perduto.

La Meloni è espressione, sempre più pallida, di quella che fu la forte destra sociale (il cui leader di un tempo, per i rimpalli di rapporti personali, era in prima fila con Fitto). È naturale che la bionda romana si ritrovi con Salvini, un po’ meno che si trovi sotto. Il giovane segretario leghista tuona su ogni tema con accenti estremi, ma guida il partito simbolo della gestione degli enti locali, dalle Regioni – le più importanti d’Italia – ad un nugolo di Comuni. Come faceva il Pci. Ed i moderati non si spaventano di votare per chi comunque da qualche parte e da tanto tempo governa. Alle tante battaglie anti tecnocratiche, per colmare il cesto, Salvini potrebbe aggiungere l’appello per il ritorno al proporzionale, anche solo un poco corretto. Tanto basterebbe per vedere molti tornare all’urna elettorale. La bellezza è armonia. Disarmonico, il fronte Fitto Tosi Meloni s’è infranto al primo colpo e senza alcuna solidarietà comune. Stridono i rapporti tra i partiti di destra ed il governo di parasinistra. Anche se l’estetica non è il tratto della Lega, sarà la bellezza dell’intesa con Parigi a salvare il polo destro.

 

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:54