La vera responsabilità dei magistrati italiani

L’Europa ha imposto all’Italia, con condanna della Corte di giustizia europea, di modificare la legge esistente in tema di responsabilità dei magistrati pena sanzioni. L’Italia è attualmente sotto procedura di infrazione esecutiva e paga quaranta milioni di euro, precisamente trentaseimila euro al giorno di penalità. Oggi i giudici sono sostanzialmente non responsabili di ciò che fanno.

E tali rimangono con la “riforma” sbandierata dall’attuale governo non eletto di sinistra Renzi, ennesima farsa, burla malvagia all’Italia. In sostanza si dicono “riforme” cose che non sono tali, si pensi solo agli ottanta euro oggi stesso cancellati dalla Corte dei conti. Si è presentata e detta “riforma” della giustizia qualcosa che lascia essenzialmente le cose come stanno. Una riforma della responsabilità civile e penale dei magistrati deve prevedere che, come in ogni attività lavorativa professionale esistente, chi sbaglia paga. Ciò sarà presumibilmente fatto con un governo nuovo ed eletto democraticamente dagli italiani finalmente chiamati al voto. In tutta Europa è prevista la responsabilità dei magistrati, anche dove, come in Gran Bretagna, c’è la cosiddetta judicial immunity, ma le competenze dei pubblici ministeri sono significativamente minori rispetto a quelle dei nostri pm, dunque hanno meno spazio ed è in ogni caso prevista una chiara deroga alla immunità legata alla ingiusta detenzione, cioè quando c’è di mezzo la galera “cade” immunità e irresponsabilità del giudice che l’ha disposta, e oltretutto il pubblico ministero penale è di nomina politica e dipende dal governo.

In Francia, Germania, Belgio e Portogallo vige la responsabilità indiretta, cioè paga lo Stato che poi si rifà sul giudice che ha sbagliato, in pratica lo Stato si fa rimborsare quanto anticipato per la riparazione del danno causato dal giudice. In Spagna si agisce direttamente contro i giudici e contro lo Stato accertato il dolo o la colpa grave. All’Italia è richiesta dall’Europa da tempo una vera riforma incisiva di ciò che è troppo blando e risalente alla legge Vassalli del 1988. Deve prevedersi la denuncia diretta da parte del cittadino per responsabilità civile e penale verso il giudice in caso di suo dolo, colpa, travisamento dei fatti o delle prove, sentenze creative e contestualmente l’assicurazione e l’innalzamento della soglia risarcitoria e della copertura del danno a carico del magistrato colpevole. Come i medici per la responsabilità medica, i giudici devono rispondere professionalmente in quanto giudicano le nostre vite, non certo di minore valore rispetto a ciò che fanno i chirurghi con le nostre vite durante un’operazione medica.

I medici quando sbagliano, pagano. I giudici hanno accampato negli anni progressivi diritti e privilegi intollerabili quanto non più sostenibili, bisogna riportarli alla realtà. Al pari di ogni libero professionista, devono essere tenuti a rispondere di ciò che fanno. La responsabilità in base all’effettività del principio del chi sbaglia paga, farà da utile trampolino verso la progressiva privatizzazione della giustizia italiana che, con la soppressione degli attuali privilegi inammissibili in capo ai giudici, condurrà la nostra giustizia alla efficienza e ad avere la possibilità di essere conseguentemente attrattiva degli affari, nazionali e internazionali, divenendo, nella effettività, affidabile. Lo schema da seguire per la giustizia in Italia muove dalla responsabilità, passa per la privatizzazione, arriva alla efficienza, e giunge al mercato.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:37