Il fantasma della libertà

Che da tempo l’Italia sia sottoposta ad un attacco alla libertà e alla democrazia, quella vera per intenderci, è chiaro e lampante, si tratta infatti di un vecchio progetto cattocomunista che il centrosinistra coltiva sin dai tempi della gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto.

Per renderlo compiuto il centrosinistra negli anni ha tentato di tutto, si è servito della ricchezza e della povertà senza il minimo scrupolo, da una parte gruppi imprenditoriali, potenti industriali, banchieri e finanzieri radical chic, dall’altra sindacati, chiesa popolare e base operaia. Un combinato disposto che gli eredi del comunismo italiano, hanno utilizzato per fornire ipocritamente un volto umano e progressista alla loro politica, una perfida strategia per ottenere e detenere tutto il potere. Non si contano infatti, gli affiancamenti e i sostegni che lobby, gruppi editoriali, grossi impresari, hanno offerto nel tempo ai post-comunisti, per avere in cambio attenzioni e benevolenza.

Così come, i sindacati che nei fatti hanno solo e sempre dato sponda politica alle logiche di un potere, che a tutto pensava fuorché al Paese e al suo bisogno di ammodernamento. Del resto che il comunismo abbia da sempre avuto bisogno di ricchezza e povertà, sta nelle cose, la prima per organizzarsi a gestire il potere, la seconda per motivare la sua stessa ragione di esistenza. Va da sé infatti, che in un Paese giusto con una ricchezza ben distribuita, una disoccupazione modesta e fisiologica, un welfare adeguato e sostenibile, il comunismo italiano non sarebbe mai esistito, dunque per farlo esistere e sopravvivere non restava che mantenere vive le precondizioni necessarie. Dal dopoguerra in poi, più o meno, è sempre andata così, nei fatti l’Italia era nelle mani della democrazia cristiana, cattolica e chierica, del partito comunista potente e ambiguo, il cosiddetto cattocomunismo.

Sono stati proprio quelli gli anni in cui l’albero italiano ha iniziato a storcersi, esplosione di un impiego pubblico inutile ed eccessivo, baby pensioni, clientelismo a go-go, welfare da Babbo Natale, un combinato disposto economicamente e socialmente esiziale, votato in parlamento da sempre con la sintonia dai soliti due, Dc e Pci. Ma siccome il diavolo fa le pentole e non i coperchi, nel 1989 ha fatto crollare il comunismo all’est, spiazzando e terrorizzando quello nostrano al quale non restava che inventarsi una diavoleria pur di resistere. In qualche modo, il famoso ulivo nasce da lì, ma per dargli più forza e sostegno, venne fatta esplodere tangentopoli per togliere di mezzo ogni nemico e ogni ostacolo possibile.

Sembrava conseguente che la storia finisse lì, per mutuare Francis Fukuyama, la gioiosa macchina di Occhetto, riempita di cattocomunisti puntava al takeover sull’Italia. Anche qui però, il diavolo ci ha messo lo zampino con Silvio Berlusconi, il Polo delle Libertà e il centrodestra, i cattocomunisti persero e dovettero ricominciare da capo. Da quel momento, resuscitando Romano Prodi, che si era distinto per com'era stato capace di tenere in ordine i conti dell’IRI, i post-comunisti seppero imbastire una guerra mediatico giudiziaria contro Berlusconi e il centrodestra senza esclusione di colpi, mettendo in campo tutta la potenza di fuoco possibile e immaginabile. Nonostante ciò, gli italiani seppero resistere e votando Berlusconi, seppure a fasi alterne, tennero botta fino al 2011.

Non che in quegli anni il Cavaliere non abbia sbagliato, anzi, tante e gravi sono le colpe che porta addosso, ma comunque ha resistito, fino a cadere nell’ultimo imbroglio che i cattocomunisti gli hanno teso. I figliocci di Palmiro Togliatti e della Dc, infatti, non essendo riusciti a spazzare via democrazia, alternanza e libertà, con la magistratura, con le lobby, con l’infiltrazione di traditori politici, hanno usato l’ultimo e più potente proiettile, l’Europa e la sua finanza collegata. Sapevano bene che un attacco frontale al debito di un Paese, già fragile e compromesso, avrebbe spazzato via chiunque, così è andata, lo spread è volato alle stelle e l’ultimo governo Berlusconi pure.

Con Mario Monti, la missione era compiuta, l’Italia tornava nelle loro mani, guai a togliergliela e così è stato, ecco perché Enrico Letta e ancora di più Matteo Renzi. Tre governi non eletti, tre premier non eletti, tre esecutivi cattocomunisti, il centrodestra distrutto, l’opposizione pure, la strada in discesa. Questa è la storia, siamo arrivati a oggi, una monocrazia renziana che vota da sola le regole del gioco, che usa i decreti come bastoni, che premia o punisce gli italiani che sceglie, che sbeffeggia quelli che protestano. Una monocrazia pericolosa, che ha fatto del fisco uno spionaggio organizzato, delle promesse un’arma suggestiva, delle illusioni uno strumento per sottomettere, delle tasse un dindarolo cui attingere senza pietà per orientare i successi personali. Va male signori, va malissimo, siamo in allarme e la nostra democrazia è zoppa così come la nostra libertà, quella vera e sostanziale. O lo si capisce, recuperando il bipolarismo, riformando il centrodestra e mettendo insieme una area forte e alternativa, oppure la sottomissione sarà definitiva e i cattocomunisti ci governeranno a bacchetta e per molto tempo.

Non serve la rivoluzione, che pure è il contrario della sottomissione, serve il coraggio e il buon senso, serve di capire la gente, il malcontento per dargli voce e ruolo, serve di stare insieme bene e senza litigare per piccole botteghe personali. Serve di rubare lo slogan di sinistra, unità, perché da sempre è proprio vero che l’unione fa la forza, avanti Salvini, Meloni, Berlusconi, avanti tutti quelli che cattocomunisti non vogliono morire!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:19