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Mica è un quesito da poco quello posto da Beppe Grillo riferendosi alla vicenda della (presunta) evasione fiscale da parte di Gino Paoli. "Sbatti il mostro in prima pagina.

Nel caso Paoli risulti innocente, e questo lo decideranno i giudici e non i giornalisti, chi lo risarcirà?" scrive il giullare leader di Grillology facendo però intendere che c'è parecchia gente (i più li definiscono garantisti) che da sempre sostengono certe tesi e che ritengono che un soggetto non sia colpevole fino al compiersi dei tre gradi di giudizio. È che però questi concetti devono valere per tutti: siano o meno amici o sodali del comico a 5 stelle.

Dovrebbe cioè essere un concetto di civiltà giuridica valido per qualsiasi soggetto: se vale solo per un amico (mentre gli altri possono anche essere crocefissi dall'opinione pubblica e dai giornali o crepare in carcere in custodia cautelare anche se poi dovesse essere ritenuto non colpevole) allora non va bene e si trasforma in ridicola pagliacciata. invece è cosa assai seria. Si può anche non essere amico di Grillo e subire le conseguenze di certe aberrazioni giuridiche: se non fosse un clown, il comico ligure anche di queste situazioni (e delle sofferenze connesse) dovrebbe occuparsi.

Altrimenti la solidarietà espressa a Paoli rischia di trasformarsi in squallida complicità.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:23