
Hanno ragione Matteo Salvini e Giorgia Meloni: con Silvio Belusconi si può e si deve ragionare, con Angelino Alfano e il Nuovo Centrodestra no. I motivi sono tanti ed evidenti, il più importante è che il nuovo centrodestra elettoralmente e politicamente conta meno di niente, un gruppetto di assistenti del Premier pronti ad essere sculacciati al primo capriccio. Per l’elezione di Sergio Mattarella è bastato, infatti, un urlaccio di Renzi per metterli in punizione dietro la lavagna, dunque fare accordi con loro sarebbe per Salvini e la Meloni un grave errore.
Inoltre l’elettorato Ncd che, invece è quello che conta, li sta abbandonando giorno dopo giorno, disgustato dal comportamento di una formazione che di centrodestra non ha più nulla, posto che l’abbia mai avuta. Chi ha scelto Ncd voterà per la Lega e Fratelli d’Italia, se sapranno tenere duro, rinnovando e confermando il senso dell’appartenenza e dei temi storici opposti a quelli del Partito Democratico e dei cattocomunisti. Dunque, incontri e riflessioni con Forza Italia per comporre un nuovo progetto comune, sempreché Berlusconi faccia sul serio, ma con il Ncd niente di niente.
Anche perché, a pensarci bene, quando se la vedranno brutta, saranno loro a piagnucolare asilo da Salvini per trovare posto, quel posto che è l’unica cosa importante per chi come loro va solo a caccia di poltrone. Il futuro del centrodestra è una partita tra Salvini, Berlusconi e la Meloni e se il Cavaliere assurdamente si rifilasse, resterebbe nelle corde di Lega e Fratelli d’Italia. Non è un caso, infatti, che i sondaggi diano in continua ascesa i due alfieri dell’area antagonista a Renzi. Piuttosto la coppia non deve mollare, né avere timore di cavalcare il malumore e il dissenso. La politica è fatta di questo: interpretare e dare voce a chi è stufo, esasperato, indignato. Altro che deriva democratica!
La deriva l’ha creata Renzi con la sua arroganza, la sua strafottenza, il capetto fiorentino ha messo tutti in riga per giocare con l’Italia e gli italiani. In un anno ci ha tolto il sonno, i soldi, la voglia di fare, ci ha intortati e disastrati. Per questo Salvini e Meloni, oltreché d’immigrazione, devono tornare sulle tasse, sulla Tasi prima casa, su Equitalia, sulla burocrazia e sugli sperperi di denaro pubblico. Devono proporre una pacificazione fiscale fra Stato e contribuenti, devono farlo senza parlare di condono, per evitare l’ipocrisia della sinistra che fa gli indulti a favore degli scippatori e degli spacciatori ma si vergogna di risolvere in bonis l’immensità del contenzioso fiscale che ossessiona gli italiani. Non parliamo di evasori, che vanno colpiti, ma di una enormità di gente che è andata in lite o a cartella perché non ce la faceva , perché non poteva. Senza una pace fiscale non c’è futuro e le liti, quelle minori per intenderci da 10/20mila euro, vanno risolte, perché riguardano milioni di artigiani, autonomi, liberi professionisti, partite Iva, piccoli commercianti.
Del resto, chi non ha potuto pagare 10 come è possibile che paghi 20 fra sanzioni e interessi, come è possibile che lo faccia se contemporaneamente fra Tasi, Imu, risparmi e addizionali viene dissanguato? Con un fisco amico, giusto e comprensivo, si rimette in moto tutto, con la persecuzione e il terrorismo psicologico si va verso la rivolta, altro che compilato e bonus degli 80 euro! Per questo diciamo che il centrodestra se tornasse al ’94, ai suoi cavalli di battaglia, alla libertà, al lavoro, allo Stato minimo, alla meritocrazia e alla giustizia giusta, tornerebbe a vincere.
Lo sappiano Berlusconi, Salvini e la Meloni, la gente li aspetta e Dio solo sa quanto!
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:01