Lo sciopero della fame: il primo di Pannella nell’Era Mattarella

Da martedì sera Marco Pannella ha iniziato il primo digiuno di dialogo – sciopero della fame (per ora) – dell’Era di Sergio Mattarella. Per aiutarlo a prendere in considerazione molto seriamente il problema giustizia e carceri così come fece il suo predecessore Giorgio Napolitano arrivando anche a spedire un messaggio presidenziale alle Camere che lo hanno bellamente ignorato e in una di esse neanche discusso.

Nell’altra lo hanno fatto senza parlare di amnistia come rimedio suggerito dallo stesso Napolitano e alla presenza di non più di 50 parlamentari. Una farsa. Insomma, il Super Marco nazionale ricomincia con Mattarella dove aveva terminato con Napolitano e si sa che la prima volta non si scorda mai. Scarno il comunicato di Pannella: “Stasera alle 21, da Radio Carcere/Radio Radicale, motiverò l’inizio di una iniziativa nonviolenta di sciopero per ora della sola fame a sostegno e per riconoscenza - in particolare - dell’opera del Presidente Emerito Giorgio Napolitano e del suo successore, il Presidente Sergio Mattarella, perché lo stato italiano rispetti gli obblighi enunciati dal Presidente Napolitano nel suo messaggio costituzionale, solennemente nell’esercizio formale delle funzione di Presidente della Repubblica, in quanto tale; e perché anche il Presidente Sergio Mattarella possa operare nello stesso animo sturziano, che è il suo, assicurando così alla storia italiana, quella vivente, continuità ed efficacia, e che egli ama e rappresenta, certo non solo da oggi”.

Un buon auspicio era stato già colto dagli osservatori politici alla luce di quell’incontro di pochi giorni fa terminato con il ciao che ormai è virale in un video che gira su Facebook e Twitter. Ora si vedrà se e come Mattarella reagirà a questa iniziativa non violenta. Messa in atto proprio per aiutare la presidenza della repubblica a pronunziarsi in maniera istituzionale (un altro messaggio alle Camere? Perché no?)sui problemi della giustizia e della sua appendice carceraria che in Italia è “conseguenza cancerogena e criminogena”. L’annuncio è stato dato martedì scorso da “Radio Carcere”, la trasmissione serale di Radio Radicale condotta da Riccardo Arena ogni martedì alle 21 e giovedì alle 19.

Presente ovviamente anche Rita Bernardini che ormai è una specie di Florence Nightingale dei detenuti italiani. Quello che molti ignorano, invece, oltre alla stessa iniziativa di digiuno nonviolento di Pannella che ieri era puntualmente snobbata sui media con poche eccezioni, è che, soprattutto sulla questione carceri e giustizia, questo governo (nella persona del Guardasigilli, Andrea Orlando, e del suo staff) da tempo ha usato le scorciatoie burocratiche e furbette di raccontare attraverso i media compiacenti che “il problema è risolto”. Una realtà virtuale. Nascosta dietro il fatto che ci sta qualche migliaio di carcerati di meno, costruita cancellando l’inferno in cui gli altri continuano a vivere per la cronica mancanza di strutture e personale adeguati alla rieducazione e alla conservazione sanitaria in vita degli stessi detenuti.

Per non parlare dei risarcimenti da elemosina approntati con una legge ad hoc destinata a fare la fine della legge Pinto per i risarcimenti da lentezza dei processi penali e civili fatta apposta per nascondere all’Europa le nostre magagne. Bbbene lo sa la gente che i risarcimenti standard liquidati ex lege Pinto dalle varie corti d’appello cui si rivolge il cittadino si pagano con anche quattro anni di ritardo? Costringendo i ricorrenti a ritornare davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo solo per questi ritardi? No queste cose in molti, quasi tutti, non le sanno.

Come non sanno che nella maggioranza delle patrie galere il bagno, senza bidè e doccia, coincide con l’angolo cucina. Come non sanno dei suicidi che continuano anche tra le guardie carcerarie. Segno che l’ambiente di lavoro non è affatto rassicurante. Ecco, adesso l’iniziativa di Pannella giunge al momento giusto, non solo perché Mattarella si pronunzi in materia e nel merito, ma anche perché i media smettano di fare finta di niente. E di voler credere al ministro Orlando che va davanti alla Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo) e in altre sedi istituzionali europee come il Consiglio d’Europa a millantare la fine dell’emergenza carceraria. E magari anche di quella della giustizia.

Forse, anche il Premier Matteo Renzi potrà avere utili spunti di riflessione dal digiuno di dialogo di Pannella: prima di fare approvare con decreto legge il nuovo verbo del pm Nicola Gratteri in materia di codice penale, prima delle stesse presunte e pompate leggi di emergenza sul falso in bilancio, sulla corruzione e sull’evasione fiscale, con slogan giustizialisti di contorno ormai ridotti a mantra e a postulati indimostrabili da talk show, forse ci sta la vita di qualche milione di esseri umani che chiede giustizia giusta in tempi certi. E quella di qualche altro migliaio di persone che avrebbe la speranza di scontare la detenzione come usa in alcuni paesi civili del Nord Europa piuttosto che nelle carceri del califfato gestite dall’Isis.

@buffadimitri

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:26