Instrumentum regni del nulla

La cosa che riesce meglio alla politica italiana? Scimmiottare gli usi e i costumi politici degli altri Paesi. Un gioca masochista sorprendente, disgustoso e disdicevole. Lo spunto? Le Primarie del Partito Democratico in Liguria con la conseguente buona dose di polemiche e la successiva rissa con tanto di "sbattimento" della porta da parte di Sergio Cofferati dimostrano come in Italia venga snaturato e falsato l'esercizio sovrano del popolo.

Primarie oggi, quirinalie domani e conclavie dopo non possono che favorire un alto esercizio tanto da esclamare 'visto che la domenica non abbiamo da fare andiamo a votare' e devo aggiungere che in molti ci stando prendendo gusto. D’altronde, siamo o non siamo il paese di "Tu vuo’ fa l’americano?". Allora: Primarie, Primarie sempre, fortissimamente Primarie. Presto, vedrete, si celebreranno in famiglia per sbrogliare il quotidiano rebus del pasto: domani pasta al sugo o risotto alla milanese? Brasato al barolo o friarielli con salsiccia? Ancora di più, travolti dall'inarrestabile voglia di Primarie assisteremo ad una riunione del Politburo presieduto da Barbara D'Urso vaglierà le schede depositate nell'"urna cineraria" comprata a rate e, in ottemperanza al meccanismo democratico brevettato oltre Atlantico e opportunamente "aggiustato" dalle nostre parti, deciderà sul colore delle mutande che Belen non porta.

Poco male se vi saranno occasionali flatulenze su Facebook dei "bavosi" delusi e compunti girotondi di protesta davanti alle Procure della Repubblica, oltretutto illanguidite nell’organico per la salita/discesa in politica di numerosi magistrati. In attesa delle prossime "lettonarie" (prego, astenersi facili ironie su Silvio Berlusconi e sulle sue giovani eredi), ecco intanto l'ennesimo fallimento delle "Primarie" in salsa Pd. Vota e rivota le Primarie sono diventate un modus obsoleto della politica per tirare a campare condite dalla disarmante leggerezza di fare qualche spicciolo per rimpinguare le casse del partito e non promuovere nessuna "idea". La sensazione è quella che gli elettori si sforzino a considerare queste consultazioni solo come un metodo per cercare di responsabilizzare chi, della politica, o meglio, chi di questo modo di fare politica è stanco disgustato infastidito.

Il risultato è drammatico perché il risultato viene deciso a monte e la ratifica dell’elettorato rimane solo un modo per scaldare i motori in vista delle vere elezioni. Inoltre si ha dimostrazione che serva solo a dividere i partiti che, con questo abuso, tendono a frantumarsi in tante costellazioni di pensiero che, di fatto, non portano a niente. Pertanto, da qui, l’inutilità delle primarie. Ancora di più, come successo in Liguria gli inciuci, le armate Brancaleone, gli ammucchiamenti dalle segreterie danno la certezza della vittoria ma non la governabilità futura. Il voto? La genuinità della sovranità della volontà popolare? Tutto superfluo vista la scorrettezza che sistematicamente viene messe in atto con l'arruolamento coatto di immigrati 'arruolati' da questo o dal quel candidato.

I cittadini? Votano, a volte turandosi il naso' consapevoli sempre più spesso della loro condizione d'indigenza e dover fare i conti con uno Stato capestro che incide sull'economia con i suoi balzelli e favorisce l'acuirsi di una crisi virulenta. Ci lasciamo con una domanda: l’elettorato avrà la lucidità di valutare la bontà delle iniziative e non delle promesse? Una risposta allo stato delle cose sarebbe ardua. Con la complicità dei "chierici" traditori di cui scrisse Julien Benda (i politici servi di ogni regime), la politica continua a pensare ai cittadini come a un laico instrumentum regni. Tutto molto canonico, prevedibile, "primaricamente corretto", in una parola: inutile. Domani sarà sempre la stessa storia... friarielli o mutande.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:27