
L'ultima tentazione di un Europa che si compatta solo marciando unità contro il terrorismo fanatico-religioso ma si divide attraverso la follia di restringere il trattato di Schengen.
Non sarebbe che un regalo abbastanza gradito a quella banda di tagliagole che si chiama Islamic State.
Capisco l'emozione del momento, del sangue innocente, della ricerca del riscatto ma la libertà circolazione e di soggiorno delle persone in Europa è un diritto fondamentale che i trattati garantiscono ai cittadini dell’Unione europea che si realizza attraverso il cosiddetto “spazio di libertà, sicurezza e giustizia”, senza frontiere interne.
Chi vuole rivedere il 'Trattato' rema contro l'idea dei padri fondatori dell'Europa e attraverso il momentaneo smarrimento vuole fare pagare ai cittadini europei gli effetti perversi della pretesa di costruire un’Europa unita con le larghe intese intergovernative cullandosi nell’illusione che sia prudente e saggio avanzare in modo dissennato e senza riflettere a piccoli passi anche quando si è sull’orlo dell’abisso e quando sarebbe assai più prudente e saggio saltare.
La crisi della sicurezza che attraversa l’Europa, l’incapacità del vecchio Continente di parlare con una sola voce sul terreno della politica estera e di sicurezza, che nega la possibilità di un’efficace e positiva presenza sulla scena internazionale, è il segno manifesto segni manifesto della crisi di una strategia gridata e messa in atto all'unisono.
Occorre un'azione comune e non divisoria che non paralizza nei fatti l’azione politica dell’Unione, che così com'è si dimostra incapace di dare risposte soddisfacenti ai grandi problemi della nostra epoca.
Restringendo i canoni di Schengen non si fa altro che accelerare l'azione del meccanismo dell'occupazione intrapresa dall'azione dei terroristi che produce la violazione sistematica della serie di altri diritti individuali e collettivi, incluso il diritto alla libertà di movimento, il diritto al controllo delle proprie risorse naturali, ed altro.
E' il meccanismo della divisione è un fattore pericoloso che produce chiusure, posti di blocco e genera l'incentivazione della spirale di violenza portatrice di attentati senza fine, con il risultato dell'incentivazione dell'azione terroristica.
Europa unita, nata dall'intuizione di Altiero Spinelli, deve unire e non dividere, non proibire, non dare spunti al terrorismo ma dare "segnali di speranza" per i cittadini attraverso quel meccanismo virtuoso in un quadro di riequilibrio della politica europea del Mediterraneo.
Un occasione questa, che l’Europa non può lasciarsi sfuggire per fermare quella spirale di violenza senza l’uso delle mezze misure, che tanto male fanno alla ragione dell’uomo.
L'Unione cambi marcia in materia di politica economica, della sicurezza e sociale, marci se vuole, discuta perché è necessario ma non si divida e mostri il fianco al terrorismo perché come diceva Franklin Delano Roosevelt “La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica e indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”.
L'acquis di Schengen deve essere tutelato e rafforzato come conquista di primario valore.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:28