Gli imbecilli del parcheggio

Zucche di legno, presuntuosi che credono di essere i più furbi di tutti, violatori di codici e di razionalità: insomma soggetti da rigenerare (quando è possibile). Perché il problema del parcheggio selvaggio - in seconda o terza fila che sia - non è prerogativa soltanto di Napoli (dal capoluogo campano giunge la più recente delle notizie sull'argomento) ma è un malcostume tipico di qualsivoglia agglomerato urbano.

Perché ovunque esistono zucche vuote, imbecilli immatricolati, che fermano ove capita la loro quattroruote calcolando, nella loro mente avariata, che "tanto un'altra macchina ci passa", non riuscendo a comprendere che un'autombulanza potrebbe avere più difficoltà di una normale automobile e, ad esempio, un'autobotte dei Vigili del Fuoco rimarrebbe di certo bloccata. Ma a loro, gli imbecilli del parcheggio, poco importa: l'essenziale è parcheggiare vicino alla loro destinazione finale: il resto può andare a farsi fottere.

Quando si costringe una donna ad urlare per la strada perché il proprio marito, colpito da infarto, è su un mezzo della Croce Rossa che a sua volta è rimasto bloccato da macchine parcheggiate alla "come cápita", e se poi per questo quella stessa donna è rimasta vedova, permetteteci di affermare che per i proprietari di quelle automobili non dovrebbe esserci solo la sanzione per il parcheggio fuori norma: la loro raccapricciante stupidità ha anche provocato, sia pure indirettamente, la fine di una vita. Altro non ci sentiamo di aggiungere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:20