Passa la cometa, che ci illumini tutti!

Esecrazione, sdegno, condanna e sgomento sono le uniche emozioni che ci hanno pervasi alla drammatica notizia di Parigi, eppure la forza di fare un ragionamento bisogna che si trovi. Innanzitutto per noi, che abbiamo l’orgoglio di scrivere su questa nobile e libera testata, l’attacco alla libertà sarebbe stato tale e quale se l’orrore fosse stato compiuto, per esempio in un supermercato, oppure in una scuola delle tante.

Quando la follia integralista associata al terrorismo religioso e già qui si pensi all’assurdo, in nome di un Dio, qualsiasi sia, che dovrebbe comunque essere il Dio della pace, della fratellanza, o come diceva Dostoyevsky, della comunione, si uccide barbaramente, significa che intrinsecamente c’è qualcosa di inaccettabile. Quando poi, solo e sempre dopo fatti tanto indegni ed intollerabili, si alzano le voci di sdegno da parte del così detto Islam moderato, la riflessione e il ragionamento si impongono ancora di più. Che l’occidente in nome di una ipocrita tolleranza e di una scellerata miopia, si sia e si stia rammollendo sempre più, non v’è dubbio. Qui non si tratta di pensarla come Oriana Fallaci, ma semplicemente di dare un senso alle cose, avere abdicato al principio di reciprocità, dell’equivalenza democratica, del pari riconoscimento degli usi e dei costumi, è stato di per sé uno sbaglio e un sintomo di cedimento della nostra cultura.

Da troppo tempo si è confusa la democrazia con la debolezza, l’uguaglianza con la sopportazione e così facendo si è lasciato che le scalfitture diventassero crepe, che i pertugi si trasformassero in antri accessibili senza condizioni. I risultati drammatici e scellerati, sono sotto gli occhi di tutti, siamo deboli, permeabili, sprovveduti e facilmente attaccabili. Che poi l’Islam moderato, dovrebbe fare molto di più e molto più costantemente, proprio in nome della sua moderazione, della pacifica fratellanza fra i popoli che predica, del rifiuto di ogni violenza su tutto e su tutti, è altrettanto vero e importante. Se volessimo essere buoni, potremmo paradossalmente dire, che siamo di fronte a due debolezze, che sommate diventano un pericolo gravissimo, per la stabilità dell’equilibrio pacifico degli uomini.

Da una parte, quella occidentale, la debolezza di non sapere affermare che la democrazia non è buonismo mollaccione ed ipocrita, dall’altra, quella di non potere e non volere stroncare definitivamente, isolandola e debellandola, la parte cattiva e deviata, rispetto a quella buona, moderata e rispettosamente pacifica e affratellante. Le due cose insieme aprono un punto di domanda enorme, fra verità e ipocrisia, timore e capziosità, incontro o scontro. Comunque sia, la verità è che, noi oggi, siamo i più esposti, i più infiltrabili, i più a rischio, infatti non esiste paese al mondo che abbia dovuto allertarsi con ogni mezzo per prevenire e premunirsi dalla violenza e dal terrorismo “ cristiani” e questo qualche cosa dovrà pur significare.

Servirebbe dunque di mettere intorno ad un tavolo i vertici politici e religiosi di tutte le confessioni, spingendoli a definire un protocollo comune di volontà e determinazione, di tolleranza zero, contro queste aberrazioni inaccettabili e gravissime. Non bastano le parole di sdegno, di rifiuto di tutte le violenze, serve molto di più e serve ora prima che sia troppo tardi. Noi siamo ovviamente per la pace, per il rispetto fra tutti, senza esclusioni di fede, idee, colori e quanto altro, ma non siamo votati alla sottomissione, siamo infatti figli e nipoti di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, la democrazia, la pace fra i popoli. In nome di quegli ideali e con ogni strumento non violento, non coercitivo ne sopraffattivo, continueremo a batterci. NOUS SOMMES CHARLIE.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:22