
Bisognerebbe istituire una cattedra di scienza dell’ipocrisia e proporre di assegnarla alla maggioranza o a qualcuno a caso del Governo per farci spiegare bene perché una pace fiscale favorirebbe l’evasione, mentre depenalizzare reati odiosi, pericolosi, e per certi versi esasperanti non favorisca la criminalità.
Delle due ovviamente l’una, o vale per tutto o non vale mai, anche perché risolvere in bonis l’immensità del contenzioso o delle liti con il fisco, significa non solo incassare ciò che altrimenti non è detto che sia, ma soprattutto restituire sonno , tranquillità e fiducia ai milioni di persone che tutto sono fuorché delinquenti e criminali.
Sappiamo bene, infatti, che spesso si saltano o bucano alcuni adempimenti perché realmente non c’è spazio per fare altrimenti, oppure per la voracità fiscale che con sanzioni e multe porta al raddoppio del dovuto, oppure ancora per la cervelloticità delle regole alle quali non si riesce a stare dietro tanto sono pesanti e complicate.
In un Paese esasperato, all’interno del quale le periferie si rivoltano contro campi ed insediamenti strapieni di tutto a causa dei continui afflussi biblici di immigrazione, a causa delle occupazioni abusive di tanti irregolari, a causa dei furti nelle case ad opera di microcriminalità spesso straniera, depenalizzare è una follia inspiegabile.
In un Paese dove la certezza della pena latita e ondeggia, dove risorse da sprecare certo non ci sono, dove la disoccupazione immensa crea di suo un giustificato risentimento, provvedimenti di depenalizzazione dei così detti reati minori, sono francamente incomprensibili. Continuando con decreti svuota carceri, depenalizzazioni a destra e sinistra, si può solamente arrivare al peggio, più che mai in una fase come questa che segna una frattura totale tra contribuenti e Stato, cittadini a amministrazione, gente e politica.
Incredibile poi, che si gridi all’allarme democratico a causa di Matteo Salvini, il quale girando per il Paese ne va, giustamente, cogliendo rabbia e disperazione, cercando così di dargli voce e rappresentanza democratica (leggasi democratica, per favore!) Dopo Monti, Letta, questo era l’ultimo dei governi da proporre, questa è la verità, averlo sostenuto, affiancato, incensato è stato un errore tanto grande quanto la responsabilità politica di chi lo ha fatto. Il Paese va rasserenato tanto e subito, bisogna immediatamente fare qualche cosa che decapiti la tensione, accumulatasi in anni di tasse, sacrifici, scandali, licenziamenti e disservizi.
Serve di pacificare prima e ricominciare dopo, si deve capire questo una volte per tutte altrimenti stavolta si metterà male davvero, in Italia sta pericolosamente arretrando ogni indicatore possibile e non c’è dichiarazione demenziale di miglioramento che tenga, anzi peggiora. Si sta sbagliando tutto, i pranzi snob di autofinanziamento con sfilate che neanche alla mostra del cinema di Cannes si vedono, gli sbeffeggiamenti e le spavalderie verso i sindacati, le comparsate con scorte e contro scorte in ogni dove, soprattutto si sta sbagliando ed è la cosa più grave la politica economica e fiscale e del lavoro.
L’Europa ci ha rimandato ai prossimi mesi ben capendo la fragilità dei numeri affastellati nella finanziaria, Draghi presidente della BCE continua nel miracolo di tenerci in piedi con una politica monetaria accomodante e i mercati aspettano perché si fidano di lui piuttosto che del Governo. Siamo insomma nell’angolo e all’ultimo giro, dopodiché non ce ne sarà più per nessuno e se andasse male per noi euro ed Europa salterebbero come un tappo di champagne, fatto che al contrario del giudizio di tanti, non è detto che sarebbe il peggiore dei mali, anzi. Se è vero infatti, che l’Italia debba pensare a se stessa, è altrettanto vero che l’Europa e la sua moneta così non reggono più, non reggono socialmente, economicamente e politicamente, il patto va cambiato e così le regole e così l’impostazione di un consesso cresciuto come l’albero storto.
Nulla da aggiungere se non la fatidica massima, aprite gli occhi, perché a buon intenditor poche parole.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09