Castigat ridendo mores

A leggere e sentire le interviste di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan, Oscar Wilde, se fosse vivo, ne farebbe una commedia straordinaria e ironica sul senso del ridicolo e sull’ipocrisia della politica. Tant’è vero che, nella storia, la rivolta della gente arriva quando demenzialmente si supera ogni limite (e non solo fiscale), soprattutto comportamentale. Essere continuamente presi in giro, porta inevitabilmente a conseguenze estreme.

Non ci si rende conto che dietro i numeri di un bilancio pubblico, dietro un’aliquota inserita per tappare un buco, dietro un’addizionale messa lì per fare bella figura con l’Europa, c’è la gente, i cittadini con le loro ansie, difficoltà, esasperazioni, disagi e rabbia. Non ci si rende conto che, talvolta, inserire una nuova imposta oppure inasprirne una esistente solo per sentirsi bravi in economia significa gettare nella disperazione milioni di persone e allora le cose si mettono molto male. Non basta più gridare poi all’allarme democratico, fare appello a tutti i mezzi d’informazione gregari e filogovernativi, perché elogino il Governo e mortifichino questo o quello, non basta più niente, perché i cittadini non ci credono e non ne possono più. Ecco perché Renzi scende vorticosamente e Matteo Salvini sale, ecco perché Beppe Grillo evapora e la Lega si consolida, ecco perché Forza Italia si liquefà e il centrodestra cerca casa.

I ridolini di Renzi e la spocchia della sua corte, le foto dandy a cena con questo o quello nello sfarzo di Palazzo Chigi, oggi sono più pericolose che mai, tanto più se provengono da un Esecutivo mediocre che esaspera gli italiani. Sta arrivando uno tra i peggiori Natali della storia recente. Non si è colta l’ansia della gente, l’enormità della disoccupazione, il disagio esplosivo che attraversa l’Italia da nord a sud. Ben venga Salvini, è una speranza, una candela nel buio, un salvagente nel naufragio.

L’Istat ci dice che il Prodotto interno lordo finalmente ha raggiunto lo zero, salvo aggiungere un margine di errore tra minimo e massimo del 40 per cento, roba da non credere. Ci stiamo schiantando e lo si vede dall’avidità con la quale il Governo cerca soldi, dal tentativo di spostare l’attenzione su tutto tranne che sugli scandali, dall’affanno con cui si mettono pezze a colori sui conti, da come ci si pieghi all’Unione europea per non essere bocciati, altro che promossi!

Nella letterina di Natale, noi chiederemo al “Babbo” leggendario di creare le condizioni perché si voti, perché si consenta alla gente di scegliere, perché si rimetta nelle mani del popolo questo diritto sovrano e poi vada come vada. A quel punto semmai potremmo prendercela solamente con noi stessi.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 20:36