
“C’è un piccolo fascista in ognuno di noi”, ha esclamato venerdì scorso Maurizio Crozza su La7. Oramai sembra essere diventata quasi una legge, un modo di essere e giudicare: chi non si rassegna a subire una invasione fuori controllo è un “fascista”, un “razzista”, insomma un intollerante senza anima e cuore.
In realtà, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, è diventato l’obiettivo politico principale di certa sinistra (o pseudo-tale, almeno si spera…) che si ostina a difendere certi “diritti” che tali non sono. E del fatto che non sono diritti ne sono consapevoli gli stessi paladini ma, di questi tempi, serve anche questo: dimostrare che io sono paladino dei diritti di chi non ha nulla mentre gli altri, i fascisti oggi rappresentati dal segretario della Lega, sono soggetti da prendere quanto meno a sassate.
Invece Salvini ha ben inteso (e, perché no, anche cavalcato) il malessere di tutti quegli italiani che sono stufi di vedere arrivare migliaia di personaggi dei quali non si conoscono identità, provenienza e né tanto meno i motivi del loro espatrio, ma che vengono accolti a braccia aperte, indifferentemente che essi siano rifugiati politici veri o semplici clandestini. In questa sede si vuole omettere l’ospitalità offerta ai Rom, che di “nomade” dimostrano di avere ben poco.
Se in tutta Italia la gente è stufa, la colpa può essere di Salvini? Il sottoscritto non è certo leghista, ma è invece un sostenitore del fatto che se degli euro devono essere investiti, questi devono essere spesi prima per "certi" italiani che non sanno come arrivare a fine mese, per "certi" pensionati che faticano a capire come e cosa mangiare, per una soluzione che aiuti quei 40/50enni che si sono trovati dalla sera alla mattina senza lavoro; insomma, per tutte le drammatiche situazioni che stanno rendendo questo Paese un luogo che tutto è tranne che un attraente paradiso.
Scusateci la volgarità, ma Salvini non c’entra un cazzo. Le colpe più grosse non possono che ricadere su quei soggetti (in questa sede vogliamo evitare di fare nomi e cognomi) che hanno illuso i più diseredati del pianeta che il nostro territorio fosse il Paese di Bengodi. Si rispettino e si ospitino i veri rifugiati politici: non siamo in grado di ospitare tutti perché la crisi c’è anche da noi e non siamo neppure in grado di aiutare i “nostri” poveri. E Salvini questo sostiene: prima pensiamo ai nostri concittadini che sono in difficoltà, poi a chi viene da noi senza un perché, senza un lavoro, senza sapere come vivere.
In altri termini, se già abbiamo di nostro chi non sa come mangiare ed arrivare a fine mese, è inutile illudere chi è più povero di noi che da queste parti si sta bene. E, come detto, la colpa non è certo di Salvini.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14