
Marco Lombardi è il fondatore di Forza Italia prima, del Popolo della Libertà poi, nella provincia di Rimini. Consigliere regionale dell’Emilia Romagna eletto per la prima volta nel 2000, è stato vicepresidente della Commissione Turismo, presidente della Commissione Revisione dello Statuto ed oggi è presidente della Commissione Bilancio. Nel 2010 è il candidato più votato in provincia di Rimini. È vicepresidente nazionale del Movimento Sportivo Popolare Italia (Msp Italia), ente nazionale di promozione sportiva riconosciuto dal Coni e socio fondatore dell’European Capitals of Sport Association (Aces) di cui è unico membro italiano del Comitato Esecutivo. Di seguito l’intervista rilasciata a L’Opinione.
La sfida elettorale in Emilia Romagna è un banco di prova rispetto alle competizioni del prossimo anno, da anni quella che sulla carta parte come una battaglia impari contro la “sinistra” che da decenni governa la regione rossa per antonomasia, potrà mai andare in controtendenza? Cosa propone Forza Italia?
Qualche speranza c’è. Con questa legislatura si è chiuso il “modello Errani”, che del resto aveva già dimostrato di essere in crisi. La falsa sussidiarietà sempre proclamata nei convegni e mai praticata nei fatti, il finto rapporto con le imprese, aiutate, sostenute, ma trattate sempre con sospetto e subalternità, una sanità di buon livello ma frenata da una eccessiva politicizzazione degli incarichi, hanno cominciato ad incrinare il rapporto di fiducia con la sinistra e quindi si aprono nuovi spiragli. In questi spiragli Forza Italia si deve infilare proponendo un nuovo modello di società basato sulla valorizzazione delle imprese come luogo in cui si crea lavoro, su una tutela reale di chi ha veramente bisogno e non una tutela generalizzata che poi lascia a piedi i più deboli, con meno burocrazia per chi intraprende e maggiore razionalizzazione della spesa pubblica a tutti i livelli. Per fare tutto ciò però Forza Italia dovrà valorizzare il merito e la competenza, facendo emergere ciò che di buono ha al suo interno.
Il disamore verso la politica in questi anni ha portato acqua al mulino degli “arrabbiati” degli oppositori tout court, vedi Beppe Grillo e company, i recenti scandali sulle spese dei gruppi regionali certo non aiutano, come riportare la gente a votare e dare una speranza oltre la protesta ai giovani?
La crisi economica ed alcune storture della politica, giustificano quel risentimento così diffuso nella società. Occorre che la politica recuperi dignità ma occorre pure che i media raccontino anche il bene e non solo il male che emerge dal l’impegno politico. Non dico questo per difendere la “categoria” ma perché senza politica e solo con il risentimento contro tutto e tutti non si esce da questa situazione. Le recenti inchieste nelle regioni non aiutano di certo, però anche in questo caso bisogna distinguere tra anomalie del sistema che vanno cambiate, e noi in Emilia-Romagna abbiamo prontamente cambiato, episodi irritanti ma minimali e vere e proprie ruberie che vanno invece punite. Mi piacerebbe però che la stampa con la stessa attenzione con cui esamina i nostri scontrini, guardasse anche la qualità è la quantità del lavoro che ciascuno di noi ha svolto e ci giudicasse anche su questo.
La scelta del candidato di centrodestra sembra ancora una volta aver premiato logiche ed equilibri che sembrano non tener conto del lavoro svolto in regione dai consiglieri storici e da chi come lei in qualità di presidente di commissione può descrivere le cose fatte? Ritiene che siano prove di alleanze nazionali?
Io ci tenevo a fare il candidato presidente per la mia storia e per le sollecitazioni ed i riconoscimenti che in questi hanno ho avuto. Detto questo però mi rendo conto che ci sono equilibri nazionali e regionali a cui io, come uomo di partito mi adeguo senza alcuna remora. Mi fa piacere che ci sia stata un’attenzione nei miei confronti perché ciò testimonia la bontà del lavoro svolto come presidente della Commissione Bilancio, affari istituzionali ed Europa, ma oggi sono completamente concentrato per dare il mio apporto a Forza Italia nel collegio della provincia di Rimini.
La regione da anni vive di problemi irrisolti, leggi sul turismo che tengono conto delle esigenze delle imprese poche e fatte male, sistemi aeroportuali che invece di essere degli esempi brillano per i loro fallimenti, vedi Rimini, le fiere che hanno certamente strutture importanti ma che sembrano oggi abbandonate da operatori e manifestazioni che non riescono a ripete successi passati, progetti di viabilità e di programmi che brillano per altisonanti annunci ma rimangono regolarmente nei cassetti…?
Come dicevo all’inizio stiamo assistendo al tramonto del modello Errani. L’idea che la Regione “governi” da Bologna gli aeroporti e le fiere è un’idea statalista superata dalla storia, che ha procurato danni notevoli a queste fondamentali infrastrutture del nostro territorio. La Regione come del resto tutto il comparto pubblico, deve uscire sempre più dalla gestione, per assumere sempre più un ruolo di programmazione autorevole e di controllo degli standard a tutti i livelli. Se gli amministratori pubblici si incaponiscono nel voler gestire, spesso per fini clientelari, fanno dei danni. Danni che un tempo venivano minimizzati dalla capacità della finanza pubblica di assorbire qualsiasi errore e che oggi esplodono con tutto il loro drammatico carico economico ed in termini di occupazione.
Bellaria Igea Marina e Riccione sono due comuni che nella provincia di Rimini rappresentano l’esempio che si può cambiare, per Bellaria poi un vero e proprio successo personale del sindaco Ceccarelli rieletto con consensi bulgari, come replicare questi “miracoli”?
Replicare questi “miracoli” non è facile perché le situazioni anche ambientali spesso sono diverse. Il messaggio che però i cittadini di destra e di sinistra dovrebbero recepire da queste esperienze è il seguente. Il così detto buon governo della sinistra è naufragato non appena sono diminuite le risorse pubbliche, mentre alcune amministrazioni di centrodestra come quelle che lei ricordava stanno dimostrando di sapere ben governare, alleggerendo le invadenze della politica, riducendo la spesa pubblica e diminuendo le tasse ai cittadini. Se il messaggio passa credo sarà facile replicare le esperienze di Bellaria e Riccione.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:01