
E’ sempre più preoccupante l’escalation della tensione sociale nel Paese, mai come in questo periodo si sono sommate così tante ragioni di rabbia e malcontento. Periferie abbandonate a se stesse, immigrazione esplosiva, licenziamenti a raffica, crisi economica, esasperazione fiscale, disoccupazione drammatica, variabili cupe e pericolose che unite insieme tendono al peggio.
Del resto, quando per anni si seguono percorsi politici scellerati e demenziali, difficile non ritrovarsi in un vicolo cieco di proteste crescenti, che dal nord al sud, per l’una o l’altra ragione attraversano l’intera nostra penisola. Le assurde politiche fiscali, grandi patrimoni e grandi ricchezze a parte, hanno selvaggiamente espropriato di tutto e di più, con il risultato che i poveri restano ancora più poveri e la classe media e medio bassa lo sta diventando. I contenziosi, che prima riguardavano grandi cifre per grandi evasioni, nella stragrande parte riguardano oggi cifre modeste, relative a somme che famiglie, artigiani, piccoli imprenditori, autonomi, non possono o non riescono a pagare semplicemente perché non ce la fanno, per questo vanno in lite, ricorsi e rateizzi sempre più lunghi e difficili. Come se non bastasse, all’enormità del peso fiscale, si è dissennatamente aggiunto un metodo di riscossione, che tra multe, sanzioni, interessi ed aggressività, ha finito con lo spegnere quella flebile capacità di provarci, di riuscirci.
Un insoluto impositivo che all’origine vale 10, arriva a cartella o ingiunzione, con il valore di 20 e passa (incredibile ma vero), infatti, la guerra è totale e il numero delle controversie ciclopico. La gente non ci dorme più, terrorizzata dalla lettera verde che annuncia disgrazia, per non dire dello spesometro e del redditometro che hanno finito con il bloccare non i grandi lestofanti del fisco, ma le spese per quei pochi beni non primari che ogni tanto qualcuno si concedeva. Risultato: consumi a precipizio in ogni settore. Non si compra e non si vende, si chiude, si licenzia e i giovani sono disperati ed è tutto un disagio che cresce. In questo mare di crisi, il Governo con grande intelligenza ci ha infilato Mare Nostrum; un esodo biblico, un fiume biblico di immigrati, di costi, di disperazione, povertà e purtroppo criminalità, che ci si insinua sempre, nell’Italia allo stremo è arrivato di tutto.
Mare nostrum è riuscito non solo ad esasperare gli animi, ma a farci passare per razzisti quando tutta la nostra storia dice il contrario. L’Italia non è razzista, è esasperata, stanca, impaurita, abbandonata, tutte condizioni che generano i risentimenti più profondi di chi non ne può più. Da Monti a Renzi ci hanno fatto tornare indietro di 20 anni, hanno tartassato e distrutto il mercato delle case, i nostri risparmi, la nostra capacità di spesa e la propensione al consumo, hanno consentito agli enti locali di dissanguarci in ogni modo, hanno generato una disoccupazione spaventosa ed una sfiducia totale nello Stato.
Ecco perché il Paese è tutto un focolaio, che per ogni ragione si accende pericolosamente, stiamo male, malissimo e il limite è davvero vicino. Altro che crescita e investimenti, da noi tutto fa acqua da tutte le parti e i drammatici disastri di questi giorni lo testimoniano tristemente.
Non serve l’Italicum e nemmeno una Camera sola, serve una classe politica seria ed onesta, che a partire da se stessa ripaghi gli italiani di tutto ciò che anni di scandali e ruberie gli hanno sottratto, creando un buco ed un debito da paura. Dunque si ponga grande attenzione alle tensioni, ai mugugni fiscali, alle periferie, agli scioperi, alle agitazioni giovanili, alla disperazione di tutti, non ci si scherzi, stavolta potrebbe essere troppo.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:06