
Mentre Matteo Renzi e la corte dei miracoli da una parte si stracciava le vesti per le notizie su Giorgio Napolitano, dall’altra riuniva il Consiglio dei Ministri per toglierci quell’ultimo filo di sangue che abbiamo. Aumenti di accise sui tabacchi e ovviamente sulla benzina e, come se non bastasse e visto che il mercato della casa è più florido che mai, si avvia la modifica censuaria, cioè l’aumento degli estimi e del modo di calcolarli, che tradotto vuol dire più tasse sugli immobili.
Questo è il Governo che sta producendo la maggiore riduzione fiscale della storia... alla faccia della verità. Che l’ipocrisia spadroneggi è chiaro, meno chiaro è il comportamento della gente che nei sondaggi non segnala il malcontento in essere. Delle due l’una: o questi sondaggi sono davvero aleatori, oppure ci meritiamo quel che stanno facendo. Non si capisce, infatti, come mai girando per le strade sia tutta una indignazione e una rabbia, ma nei test probabilistici Renzi resta alto. Che questo sia un difetto storico degli italiani è noto, per decenni abbiamo permesso che la classe politica ci tartassasse in ogni modo, senza frapporgli ostacoli. Ma oggi francamente, con il Paese ad un passo dal disastro, sembra impossibile leggere certi numeri. Staremo a vedere come andrà a finire fra qualche mese, quando con tutta probabilità si tornerà al voto.
Infatti, l’unica vera accelerazione di Renzi è stata quella di sprofondarci definitivamente nella crisi e di portare Napolitano allo sfinimento. Dunque, abbastanza ridicola la sorpresa da parte di tutti sulla prossima mossa di Napolitano, da tempo era chiaro che il Presidente della Reoubblica aspettasse solo l’occasione per annunciare il proprio disimpegno. Con tutta probabilità lo farà con il messaggio di fine anno, quindi nel 2015 dovrebbe cambiare l’inquilino del Quirinale. Una scelta più che comprensibile, che solamente la solita ipocrisia della politica trasforma in un fulmine a ciel sereno.
Detto questo, i nomi già ci sono e con tutta probabilità i più quotati sono due (forse tre), tutti trasversali nella sostanza delle loro esperienze concrete. Uomini e non donne come si dice, anche perché alle quote rosa con tutta probabilità sarà riservata invece per la prima volta nella nostra storia una carica di importanza straordinaria, quella di Segretario generale della Presidenza. Ci dovremmo quindi ritrovare con un ticket uomo-donna per le due posizioni fondamentali nel palazzo del Quirinale.
Anche per la carica di Segretario generale (segretaria in questo caso) il ballottaggio è a tre, ma con preferenze che restringono a due nomi la vera partita in corso. Certo che non sarà facile trovare la quadra, soprattutto perché Beppe Grillo e pezzi dei dissidenti del Partito Democratico venderanno caro il loro peso nella scelta. Comunque sia, considerando che dalla quarta votazione le maggioranze si assottiglieranno, Renzi e Berlusconi saranno i veri dominus del risultato e in questo senso gli sherpa lavorano da tempo.
Il problema vero è un altro, quale sarà l’inizio del nuovo mandato? Che farà il neoeletto Presidente della Repubblica nel 2015? Scioglierà o no le Camere avviando così il Paese alla Terza Repubblica? Sta tutto qui il nodo gordiano della questione. Una scelta difficile ma non impossibile, quella del voto anticipato, in una fase così confusa le elezioni potrebbero riportare chiarezza su tante cose e il Paese di chiarezza ne avrebbe bisogno come il pane. Il rovescio della medaglia sarebbe lo stato di crisi nera che l’Italia vive, portarla al voto nel suo bel mezzo potrebbe essere azzardato e non risolutivo, inoltre decapiterebbe il corso attuale delle riforme. Resterebbero le due Camere per come sono e tutto dovrebbe iniziare da capo.
Noi, a titolo di commento, preferiremmo le elezioni, quello attuale è un Parlamento troppo viziato e troppo debole per avere la forza di risollevare il Paese, inoltre il Premier non si è insediato con la scelta degli italiani e non è cosa da poco. Per questo una tornata elettorale potrebbe servire a cambiare pagina e soprattutto ad ascoltare la voce della gente, che è quella che veramente conta, specialmente oggi con un livello di disagio così esteso, profondo e per certi versi pericoloso.
Renzi non ha mantenuto le promesse e lo sa bene, l’Italia sta sempre peggio. Ecco perché in un orizzonte tanto nuvoloso le elezioni possono starci e bene, del resto se ancora la sovranità spetta al popolo cosa di più giusto potrebbe esserci se non di lasciargli il diritto di decidere? Staremo a vedere e speriamo che Dio ci aiuti!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:17