Alfonso Signorini ed il   doppiopesismo gnegne

La sinistra ha una grande abilità: sa essere di lotta e di governo, attenta ai comportamenti e irrispettosa, scandalizzata e scandalizzante, per la privacy e contro la privacy. Soprattutto è bravissima a difendere il corpo delle donne quando esso appartiene a Marianna Madia, mentre dimentica il bon ton quando si tratta del corpo delle avversarie politiche, evidentemente ritenute immeritevoli di tutela.

Intendiamoci, che Alfonso Signorini pubblichi delle fotografie raffiguranti la Madia che lecca il gelato facendo allusioni da caserma, non è proprio giornalismo da Premio Pulitzer ma non può finire tutto qui. Attaccare la Madia insinuando che sia una raccomandata, dire maliziosamente che ha una faccia poco intelligente, attaccarla perché non sa verosimilmente fare il ministro ci può anche stare, ma arrivare a fare dell’informazione trash, così tanto per fare, è da reprimenda verso Signorini e noi la facciamo volentieri perché se la merita.

Detto questo, che certi puritani ad intermittenza si indignino per questo vile attacco ad opera della macchina del fango berlusconiana, che certa stampa scalfariana un po’ gnegne si scandalizzi per un servizio di pessimo gusto, che certa politica progressista con la puzza sotto il naso invochi la censura per indegnità morale e povertà culturale verso il direttore di "Chi", che certi semplici cittadini dicano solo oggi che certi giornali non dovrebbero permettersi simili servizi, appare quantomeno paradossale e irritante. Ciò ci appare sgradevole perché in questi anni abbiamo visto pubblicare di tutto su Silvio Berlusconi e sul suo inner circle, abbiamo assistito ad incursioni fotografiche sulla vita privata di Mara Carfagna, di Giorgia Meloni (ricordate il fumetto sulla Ministronza?), di Mariastella Gelmini, di Alessandra Mussolini e di Daniela Santanché. In quel caso ci sono venuti a raccontare che un uomo pubblico non ha diritto ad una vita privata e che le incursioni nella di lui privacy sono il prezzo da pagare per chi sceglie la vita politica. Ci sono venuti a raccontare che la critica aspra fa parte del gioco e che non ci sono editti bulgari che possano fermare la democrazia ed il diritto di satira. Ci sono venuti a raccontare che il fotografo Zappadu, colui che fece incursione in casa Berlusconi fotografando addirittura personaggi importanti con l’arnese in bella mostra, era un eroe e che pubblicare le fotografie rubate nella villa di Berlusconi era il sacro diritto di informazione oltre che un elemento di democrazia. Ci sono venuti a raccontare che era Francesca Pascale ad essere cafona col Calippo in bocca e non chi la sbatteva in prima pagina.

In quelle occasioni la gente commentava di gusto e nessuno si mostrava turbato da certi eccessi dell’informazione, a dimostrazione che determinate cose a volte sono becero voyeurismo mentre a volte sono elementi di democrazia. La coerenza non è certo una delle maggiori virtù italiche ed infatti il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti ha aperto un procedimento disciplinare per “palese violazione delle norme deontologiche sulla privacy e per fatti non conformi al decoro ed alla dignità professionale”. Apprendiamo con soddisfazione che, quando si tratta di Signorini, Sallusti, Feltri, Renato Farina o altri, qualcuno scopre di colpo il decoro e la dignità professionale. Ne siamo felici.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09