
Moncler paga 50 milioni di euro di tasse in Italia e all’Italia. Ripeto 50 milioni di euro di tasse. La Rai è un carrozzone pubblico che “mangia” per sè in tasse sostenendo pure di fare televisione, cosa che poi anche fa, ma non come tutti gli altri, non cioè stando sul mercato vero e camminando da sola, ma foraggiandosi con il canone pubblico a carico degli italiani, ingiusta quanto odiosa tassa tra le tasse appioppateci. La Rai, che è pubblica, non ha chiaro che sta giocando con i suoi stessi stipendi e la sua stessa sopravvivenza quando “distrugge” economicamente un’azienda del lusso made in Italy quale è Moncler, organizzando trasmissioni come quella della presidente della Repubblica mancata (la proponeva Grillo con il movimento 5 stelle) Milena Gabanelli.
Chi paga i loro stipendi, chi quello della Gabanelli? Chi paga gli stipendi dei magistrati in Italia, o dei dipendenti dei ministeri, o dei dipendenti universitari, o di quelli delle poste, di equitalia, di tutte le aziende pubbliche e di ogni altro dipendente o impiegato pubblico, se chi produce, o meglio i pochi che riescono a produrre ancora qualcosa da noi, vengono denigrati e affondati economicamente in una trasmissione pubblica? Ogni impiegato Rai dovrebbe fare un monumento a ogni modello di piumino esistente da mille euro in sù che la Moncler riesce a vendere o “piazzare” nel mondo. Un cinese o un arabo con indosso un Moncler è uno stipendio pagato di un mese del dipendente pubblico italiano. Non solo il signor dipendente pubblico deve inchinarsi con ammirazione e riconoscenza verso chi sa produrre e produce qualcosa in Italia ma anche esserne felice, celebrarlo e ringraziarlo (possibilmente agevolarlo nella produzione) perché quel piumino fatto in quella maniera e venduto in quel preciso modo, gli assicura il proprio stipendio pubblico.
E così il magistrato, il ministeriale, il dipendente pubblico in generale. Deve dire grazie, un grazie sonoro ai Signori Moncler che, grazie alla loro idea originale, alla loro determinazione e risoluzione imprenditoriale e grazie a un impegno lavorativo reale (vero e pieno di rischio), hanno saputo e sono riusciti a vendere anche solo una piumina fatta dove diavolo hanno ritenuto più conveniente farla e produrla, nel mondo. Quando dico che questo governo come gli altri di sinistra politica vanno abbandonati e cacciati al più presto, parlo dello sfacelo economico che portano con sé. Non hanno chiaro, in nome di quella che chiamano redistribuzione sociale attualmente in corso, che tra un po’ possono redistribuire socialmente la miseria comune, se non capiscono velocemente l’importanza di produrre e di lasciare produrre, oltre del complimentarsi e gioire della produzione di chi fa.
Se il Teatro Valle a Roma viene occupato da nullafacenti che lo distruggono, questi devono essere rimossi al più presto dalle forze dell’ordine e deve essere loro imposto il pagamento di quanto fatto di danneggiamento e distruzione, non come sta avvenendo che del disastro se ne sta facendo carico il soggetto – privato – che subentra nella proprietà o nella gestione. Deve essere chiaro a tutti, soprattutto agli italiani che in nome di un convincimento errato di avere sempre più diritto degli altri sbagliano, che ne risponderanno e ne pagheranno tutte le conseguenze. E così, a fronte del danno causato dalla trasmissione Report alla immagine della Moncler e all’andamento economico in borsa della stessa – il titolo Moncler ha immediatamente perso il 5 per cento del suo valore rimettendo 140 milioni del suo fatturato -, la Rai e la Gabanelli devono essere condannate a pagare il risarcimento del danno causato, oltre ogni altro danno sofferto dal marchio per il prestigio che detiene a livello mondiale. Prestigio non regalato, ma conquistato piuma per piuma.
Moncler, tra l’altro, ha subito specificato che tutte le piume utilizzate in azienda provengono da fornitori altamente qualificati che aderiscono ai principi dell’ente europeo European Down and Feather Association, e di essere obbligata contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali. Che non sarebbe sussistito quindi alcun legame con le immagini mandate in onda sulla Rai riferite ad allevatori, fornitori o aziende che operano in maniera impropria o illegale, immagini associate in maniera del tutto strumentale a Moncler. E riguardo alla delocalizzazione, la Moncler ha sostenuto che “non ha mai spostato la produzione, come affermava invece il servizio, visto che da sempre produce anche in est Europa”, e riguardo ai ricarichi, che “il costo del prodotto viene moltiplicato, come d’uso nel settore lusso, di un coefficiente pari a circa il 2,5 dall’azienda al negoziante, a copertura dei costi indiretti di gestione e distribuzione”, mentre “nei vari Paesi la distribuzione applica, in base al proprio mercato di riferimento, il ricarico in uso in quel mercato”.
Si tratta di ricondurre quindi ogni attività e realtà professionale in Italia a responsabilità. Non è difficile, basta cominciare, poi ogni nodo si scioglie al pettine inevitabilmente. Informo che la Rai, come questo governo e come il Parlamento attuale così come i passati, i dipendenti pubblici tutti, non hanno mai avuto niente da perdere perché, non solo non sono mai stati responsabili di niente, ma anche e soprattutto perché abituati solo a ricevere soldi degli italiani, a iosa e gratuiti, nel solo senso di entrata dallo Stato a loro.
Sempre e solo in entrata, mai in uscita. E’ sempre stato tutto e solo un gran guadagno a spese degli italiani tartassati e stratassati. Il “risveglio” alla realtà vera del mercato non sarà facile, sarà piuttosto traumatico.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:13