Il Governo innovativo:   ecco in cosa consiste

Scoperto l’inganno: il governo Renzi, dopo avere immesso nelle cariche pubbliche suoi amici, conoscenti e parenti tutti a nostro carico, farà anche la nuova Iri, noto stipendificio pubblico costato nel passato miliardi agli italiani tra fondi neri e tangenti; non contento fa manganellare gli operai senza scuse e, nel segno del grande rinnovamento (si fa per ridere), il terzo governo di Napolitano Renzi nomina adesso ministro degli esteri l’ex assessore (assessore) del partito democratico, Paolo Gentiloni. Gentiloni, il nuovo che avanza (sempre per ridere), ha il merito di avere lavorato - quanto utilmente lo si può immaginare - al comune di Roma come portavoce del sindaco e, udite udite, come assessore al turismo e al giubileo negli anni novanta.

Da una vita a nostro carico in Parlamento, è stato presidente della commissione di vigilanza rai, anche lì, si immagina molto utilmente (la rai va privatizzata, venduta o svenduta al miglior offerente), ed è “esperto” delle telecomunicazioni, che vuol dire che, per il pd, si è abbondantemente sporcato le mani. Si pensi che, non essendo uscito o quasi da Roma e zone limitrofe, e avendo perso contro l’attuale già disastroso sindaco Ignazio Marino (quindi quello che non hanno avuto i romani, adesso se lo “beccano” in Europa, si sa quanto utilmente per l’Italia), alla camera dei deputati, a un seminario sul caos in Libia e sull'impotenza della comunità internazionale (certo, se sono tutti come Gentiloni!), era lì a partecipare, pensate che bravo.

Gentiloni ha ascoltato tutti gli esperti, e poi è anche intervenuto. Ha fatto una domanda? Il bello tuttavia viene quando si incappa sul fatto che è stato tra i fondatori della famosa Margherita nel 2002 e che il mai dimenticato povero Lusi nel suo: “ecco a chi davo i soldi “, oltre a
Rutelli ha fatto i nomi di Franceschini (attuale ministro inetto alla cultura, povera Italia), Bindi (lasciamo perdere), Fioroni (idem), Enrico Letta (oddio), Realacci e Paolo Gentiloni. Ecco, c’era anche Paolo Gentiloni, l’attuale nuovo ministro degli esteri dell’era “innovativa” renziana, nella lunga memoria presentata da Lusi, nero su bianco (Lusi è poi stato malamente soppresso giudiziariamente e personalmente dai suoi stessi “amici” e “compagni” d’avventura della margherita di Rutelli). C’è da dire che in Italia il caso è caso, sotto Napolitano/Renzi: chi sugli allori immeritatamente, chi nelle fogne altrettanto immeritatamente.

Questa è l’ Italia: c’è trucco e c’è inganno. Adesso anche fame e miseria. A questo proposito, è necessario che Giorgio Napolitano, ora che è stato tracciato il solco da Trani circa la sua interrogabilità, prima che ci abbandoni con tutti i disastri politici, economici e sociali che ha causato al Paese, sia sottoposto a interrogatorio sui seguenti fatti:1. se sia stato a conoscenza di come i giudizi delle agenzie di rating Standard &Poor’s e Fitch (adesso rinviate a giudizio) abbiano influenzato le istituzioni europee e le loro cancellerie spingendole a riservare all’Italia il trattamento riservato alla Grecia; 2. quanto ciò abbia influito sulla sua repentina nomina di Mario Monti prima a senatore a vita e poi a presidente del consiglio del governo da lui nominato che ha sostituito il governo legittimo eletto dagli italiani; 3. quanto sia stato consapevole della deviazione istituzionale determinata, causa tuttora della grave crisi economica e sociale (disoccupazione) in corso.

Si tenga presente infine che, con il governo imbroglio Renzi, la disoccupazione in Italia è al 43 per cento - nonostante tutti i suoi amici impiegati nello Stato, Parlamento incluso -, e che quando era al solo 29 per cento, il partito della sinistra chiedeva le dimissioni del governo in carica. Andiamo ad elezioni. Il Paese in mano a Napolitano distribuisce –ha distribuito e continuerà a distribuire - solo miseria per tutti (riempiendosi, lui, la panza).

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:11