Nemmeno Monti  era a questi livelli

Nemmeno Monti, al quale lo sceriffo do Nottingham scuciva un baffo, è riuscito a gettare l’Italia in una tale confusione, frustrazione, disorientamento. E’ un po’ come se fosse la famosa pubblicità del fernet branca, nella quale la palletta di pongo si componeva e scomponeva continuamente, dando ora una figura ed ora un’altra. Si garantisce e poi si cambia, si assicura e si modifica, ci si impegna e disimpegna, come se governare l’Italia fosse un gioco per bambini. Con Renzi, da 8 mesi, assistiamo alla peggiore delle plastiche rappresentazioni di incapacità, che si continua a spacciare per novità, per cambiamento, per impeto riformista.

Eppure se tirassimo oggi la linea, troveremmo solamente due cose, da una parte l’impiccio degli 80 euro, dall’altra la raffica di nuove tasse per pagarli e camuffarli di generosità. Nella sostanza il Paese è quello di prima, la costituzione resta tale e quale al 48, la burocrazia pure, la pubblica amministrazione idem, i guai ed i problemi peggio. Del resto se appena qualche cosa di buono fosse stato fatto, un seppure minimo cenno di miglioramento l’avremmo visto. Al contrario, non c’è indicatore che non segnali allarme, deflazione, recessione, disoccupazione, tutto continua a scivolare pericolosamente verso l’inferno.

In un paese stramalato di fisco, all’interno del quale la frattura con i contribuenti è totale e virulenta, non si è fatto nulla per pacificare, anzi, si è demenzialmente insistito nell’inasprimento. In un paese dove le leggi sbagliate sono troppe e perniciose, anziché come sarebbe bastato, eliminarle, se ne continuano a produrre di nuove, cervellotiche, antieconomiche, devastanti per l’economia ed il mercato (vedi la Tasi e la tassa sui risparmi ). In un paese che vede troppi e contrapposti livelli istituzionali e burocratici, anziché tagliarli e dimezzarli, si procede con soluzioni del tipo Senato e Titolo V, che li affastellano ed aumentano. Insomma, stiamo male, comunque peggio che all’inizio dell’anno ed i dati di chiusura che si profilano lo testimoniano drammaticamente.

La cura Renzi non c’è stata, non c’è e non potrà esserci, semplicemente perché l’esecutivo non è all’altezza, non è in grado e peggio ancora, non ha nemmeno l’umiltà di ascoltare consigli e suggerimenti. E’ questo il Governo sbagliato nel momento sbagliato, peggio di così non avrebbe potuto essere e il 2015 si annuncia strapieno di nuvole. Sarà infatti necessario ricoprire i buchi di quest’anno, metter soldi che non esistono, anche perché quei pochi utili sono stati sprecati, rispettare parametri che non saremo in grado di rispettare, insomma , un nuovo calvario, con un paese però, ancora più stanco.

Vogliamo insistere con Renzi? Con le sue spavalderie, le sue chiacchiere, le sue promesse a vanvera? Vogliamo fare come Padoan, che se la prende con i metodi di calcolo del Pil accecato com’è dalle smentite che ha subito? Qui siamo di fronte ad un problema enorme, quello di un intero sistema paese che dopo uno stallo interminabile, precipita e va assolutamente fermato. Serve subito la riforma del fisco, per come siamo messi, senza quella non si riparte, quando i cittadini entrano in guerra con l’agenzia o si risolve oppure non torna la fiducia e nemmeno la voglia di fare.

Servono decreti, quelli sì, per decapitare subito la burocrazia e gli adempimenti, serve di costringere, se necessario, le banche ad erogare liquidità alle aziende ed alle famiglie, serve di chiudere immediatamente ogni rubinetto dei privilegi acquisiti su stipendi, pensioni, compensi, serve infine di stimolare la produzione della ricchezza per crescere e creare occupazione stabile, equamente pagata e vantaggiosa per le parti. Ci vuole velocità e terapie d’urto e non annunci e stupidaggini, il tempo è pochissimo e con il debito che abbiamo, se poco poco i mercati ci togliessero fiducia, sarebbe la fine. Caro Renzi, per favore se ne occupi e preoccupi da ora, perché se lei si gioca la faccia, noi ci giochiamo il futuro.

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:13