Bilancio e Pil,   facciamo il punto

Visto che abbiamo aderito alla non obbligatoria raccomandazione UE, di aggiornare il Pil ed i conti, sulla base di quella produzione sommersa, che normalmente la nostra politica definisce come pernicioso cancro, sarebbe utile accendere qualche faro ulteriore su alcune altre poste del bilancio. Nel caso di specie, l’adeguamento è stato fatto per vantaggio, nel senso cioè, che la prostituzione insieme a tante altre belle attività, hanno consentito il recupero di qualche frazionale di fatturato ideale, favorendo il risultato finale.

Dunque, giusto sarebbe a questo punto, andare a scovare anche la reale situazione dei conti economici, per esempio dell’INPS, degli Enti locali, delle Forze armate. Secondo noi, infatti, gatta ci cova sul perché nessuno in parlamento, abbia chiesto notizie certe sul costo effettivo delle operazioni militari, diciamo straordinarie. Quanto ci sta costando in più “mare nostrum” e quanto tutte le estensioni delle missioni estere, così dette speciali? Che fine hanno fatto le disgraziate operazioni finanziarie sui derivati dei tantissimi Enti locali, che le hanno attivate per cifre enormi?

Ed ancora, con la disoccupazione che da anni ormai tocca livelli devastanti, mentre la gente ovviamente continua ad andare in pensione, come sta messa la contabilità dell’Inps, con quali entrate sostiene i conti? Saremo anche “gufi”, ma abbiamo ragione di ritenere che intorno a questi dubbi vi siano dei buchi neri, così grandi da non avere il coraggio di parlarne, perché sarebbero dolori e cifre da brivido, obbligherebbero cioè a correzioni negative di ben altra portata rispetto alla ridicolaggine della prostituzione. La verità è, che stiamo messi malissimo e non ce lo dicono, il debito reale è molto più alto delle cifre che girano e, che sono comunque da capogiro, stiamo solo prendendo tempo sperando in qualche miracolo a cui crederà, forse, solo chi ha fede.

Milioni di famiglie vivono nell’ansia di chiudere il mese, di ricevere un’altra cartella che non potranno pagare, milioni di giovani sono disperatamente a spasso, aziende, artigiani, negozi, chiudono in continuazione baracca e burattini, perché non ce la fanno, così siamo ridotti. L’Italia, grande e straordinario paese, ex quinta potenza del mondo, patria della cultura, della moda, del lusso, della manifattura di eccellenza, patria del turismo, il bel paese del pianeta è, insomma, precipitato in una crisi senza precedenti. Tutto ciò mentre il parlamento litiga e cincischia, combatte e si combatte in stupide guerre di correnti e predominio elettorale. A partire dal Governo, ancora non si è capito che servirebbe subito, immediatamente, ora, qualche provvedimento shock, coraggioso e non ipocrita, che riportasse adrenalina, serenità, fiducia nel sistema.

L’Italia non è un giocattolo, non è il joy stick di qualcuno per farsi gloria, ma un disposto di qualità straordinarie di caratteristiche uniche, di operosità ineguagliabili, che merita di più, molto ma molto di più di questa classe dirigente, che per la stragranparte è la stessa che l’ha condotta al disastro. Ed allora è vero, ci vorrebbe un miracolo che illuminasse la testa dei politici, per spingerli, una volta per tutte, a pensare al Paese, a fare subito quel che si sa che c’è da fare e di consigli giusti, ne hanno avuti a tonnellate. Mancano tre mesi alla fine del 2014, mancano una barca di miliardi all’appello dei conti, per i cittadini stanno arrivando raffiche di tasse di tutti i tipi, per la politica invece, arriverà la resa dei conti…., siamo, insomma all’ultimo round, o si vince o si perde, tertium non datur!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:05