L’Italia e il difficile   tema-immigrazione

Gli immigrati arrivano incessantemente ad ondate oceaniche e gli italiani che possono, lentamente e silentemente , sempre più pensano di andarsene. Le aziende che ancora resistono, delocalizzano, quelle che per disperazione hanno chiuso , pensano di riaprire all’estero e tanti cittadini con interesse crescente, si orientano all’idea di andare a vivere altrove. Per non parlare dei giovani che, considerata la devastante situazione occupazionale, partono dall’Italia in cerca di un futuro migliore. E’ così che passo dopo passo……questo Paese sta morendo e muore, risultato della politica scellerata, disonesta, ipocrita ed incapace, che pensa ai soli interessi elettorali o personali, piuttosto che a quelli nazionali.

L’Italia disperatamente affonda, appesantita dalle tonnellate di errori politici ed il Governo gioca ad inventarsi i nomi di inutili decreti, ai mille giorni…. di Nostradamus, alla ricerca della volta buona. Solamente negli ultimi giorni abbiamo assistito a dichiarazioni che a dir poco lasciano di stucco: l’Italia sarà la locomotiva della UE, la Germania è con noi e ci appoggia, il debito sarà risanato con la crescita, con l’Isis non c’è scontro di civiltà, ecc, ecc. Tutto ciò mentre Cottarelli non sa dove mettere le mani sulla spesa, non si parla dei veri conti dell’Inps, delle spese militari e di quella degli enti locali che sono allo sbando. Non c’è indicatore che non atterrisca, Pil, debito pubblico, disoccupazione, deflazione, mortalità delle imprese, contenzioso fiscale ed il Premier gira il mondo cogliendo l’occasione per fare grandi viaggi insistendo con dichiarazioni da favoletta di Andersen. Oggi ci si attacca alla BCE nella speranza che elargisca di più, domani alla UE che accetti più flessibilità, domani l’altro allo stellone che porti benessere e ricchezza.

Stiamo messi male , malissimo e in queste condizioni non c’è crescita che tenga per decapitare il debito, non c’è BCE che possa intervenire e soprattutto non ci sono mille giorni a disposizione. Da tempo diciamo, che non bastano più nemmeno le riforme, servirebbe una sferzata economica, fiscale, sociale, burocratica, di portata rivoluzionaria( in senso nobile ), accompagnata da una nuova costituzione. Via tutti gli statuti speciali delle regioni e via gran parte di queste, via all’architettura pletorica ed inutile dei mille organismi istituzionali, degli enti locali, della funzione pubblica e dentro invece, presidenzialismo, monocameralismo, magistratura con carriere separate, sussidiarietà ovunque e Stato minino, equo, efficiente. Per l’economia poi, tutt’altro servirebbe, i mercati non si stimolano col terrore fiscale, con le patrimoniali, colpendo la ricchezza, anche perché senza ricchezza prodotta non si va da nessuna parte e lo strumento migliore per redistribuirla è quello delle imposte indirette e non della persecuzione di equitalia.

Stimolare il settore produttivo significa vantaggi fiscali all’intrapresa, all’investimento, pochi adempimenti e tempi rapidi e non Tasi e tassa sul risparmio, così come per creare occupazione servirebbe un nuovo leggero e più giusto negozio giuridico del lavoro, altro che jobs act. Ogni sistema previdenziale si regge sulla occupazione, più è alto il primo più alta deve essere la seconda e se non si riesce a riequilibrare la proporzione a favore del lavoro, bisogna rivederlo da cima a fondo, a partire da tutti i privilegi acquisiti ed oggi inaccettabili.

Infine il fisco, che per essere amico si dovrebbe comportare da tale, consentendo in modo ragionevole di risolvere le pendenze, di azzerare e ripartire estinguendo al meglio il passato, aiutando e non terrorizzando la gente nei comportamenti economici, insomma una fiscalità semplice, equa e democratica creerebbe , di certo, collaborazione e fiducia tra Stato e contribuenti. In buona sostanza, ci aspetta una fine d’anno da incubo fiscale e all’orizzonte non c’è nessun 2015 sereno e luminoso, questa è la dura realtà che l’ennesimo governicchio ci ha regalato e che spavaldamente cerca di nascondere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:10