Le nostre Istituzioni   e le palline di carta

Un senatore rinviene una pallina di carta inserita nella tastiera di un altro suo collega: la pallina in questione è incastrata in modo tale da far conteggiare (tramite pressione sull'apposito tasto) un assente come partecipante al voto mentre, magari, se ne sta dall'altra parte della Penisola.

Nel caso, delle due una: il senatore (nella fattispecie del M5S) ha messo volontariamente la pallina per poi dare vita alla sceneggiata del ritrovamento. L'altra ipotesi è che un senatore assente dall’aula ma 'pallinamente' presente, alla fine della vicenda becca pure il gettone di presenza.

Ecco, in entrambe le ipotesi di cui sopra c'è di mezzo un mascalzone: sia esso di Forza Italia o del M5S. A questo punto è necessario che il presidente Grasso prenda dei provvedimenti, senza sorvolare sull'episodio (purtroppo non unico...): in caso contrario ci rimetterebbe quel poco di credibilità che ancora vantano le Istituzioni, presidenza del Senato compresa. E ancora (mi permetto di rivolgermi a Berlusconi, Toti ed ai due capigruppo Schifani e Brunetta): è mai possibile che, nel corso dell'intervento del pentastellato che avrebbe smascherato la truffa del "voto dell'assente", ci siano senatori della Repubblica (nel caso appartenenti a Forza Italia) che lancino al suo indirizzo palline di carta?

Sarebbe normale in un asilo nido o in un centro di recupero per persone portatrici di handicap mentali. Ed altrettanto normale sorge il quesito rivolto, in questo caso, appunto a FI: ma chi avete portato in Senato? È vero, là dentro c'è di tutto ma i lanciatori di palline di carta ci mancavano: i falsi presenti purtroppo no.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:13