
Altro che sereno, all' orizzonte appaiono nuvole pesantissime e in autunno c'è ne accorgeremo. Prima mandiamo a casa Renzi, con il suo Governo e meglio è. Una corte incapace, mediocre e delirante, che ci è stata imposta per guidare l'Italia in un momento tanto drammatico quanto decisivo, con il risultato che tra una sparata e l'altra stiamo precipitando all'inferno.
Ai voglia a fare riforme e modifiche, servirebbe un defibrillatore economico, fiscale e burocratico tanto potente da rimettere in moto un paese morente. Basterebbe analizzare la borsa e tutti gli indicatori macroeconomici, per capire la fragilità del sistema che, giorno dopo giorno, aumenta spaventosamente. Rischi e pericoli, che dissennatamente ancora, vengono trascurati. Come se non bastasse, i tassi saliranno, l'Inghilterra lo ha già fatto e l'America con la FED, seguirà a ruota. La conseguenza, sarà la predisposizione dei più grandi fondi a riposizionarsi nei loro investimenti a partire dalle quote del debito italiano.
Gli spread ne risentiranno e con tutta probabilità, vista la drammatica situazione dei nostri conti, il primo a salire potrebbe essere quello italiano. Basterebbe questo per farci tremare pensando al 2015, anno durante il quale, andranno in scadenza centinaia di miliardi di titoli, scatterà il fiscal compact e il cambio dell' euro, nonostante la buona volontà di Draghi, non sarà certo più favorevole per noi. Eppure la spavalderia insensata di Renzi e peggio di Padoan ( esperto economista......), sposta al 2015 una ripresa che doveva, secondo loro, essere certa già quest'anno. Non è così e non sarà così, anzi, proprio per le ragioni qui sopra indicate, il 2015 si annuncia tanto difficile da poter essere fatale, in un senso o nell'altro.
Gli italiani grazie alla persecuzione fiscale si ritroveranno ancora più poveri, impauriti, sprovvisti di quelle contromisure, che il Governo, per debolezza e ipocrisia politica, non ha saputo e voluto prendere. Come se non bastasse, quel denaro, che le banche non erogano al mercato, costerà comunque di più, restringendo se possibile, la drammatica trappola del credito. Insomma, stiamo andando a sbattere e di brutto, anche se, alla fine la storia insegna che la ricostruzione inizia solo dopo la distruzione di qualcosa. Questo è il dilemma italiano e dunque europeo e in parte mondiale, vista l' importanza del nostro Paese in termine di mercato e mercati. Per questo, prima del peggio, non si può escludere una sorta di commissariamento UE che, in ogni caso, segnerebbe l'inizio della fine concreta dell' euro, per come l'abbiamo conosciuto.
Del resto, con un debito che si espande come l'universo, con un PIL sotto zero, con un popolo esasperato per come la politica lo ha ridotto, con una tassazione folle, non è detto che lo shock tanto auspicato, non possa essere proprio quello di una uscita da questo euro. È possibile, che siano i mercati a fare quello che l' incapacità e l'ipocrisia degli ultimi governi ha impedito di fare. Serve, infatti, uno shock economico, fiscale, finanziario, per ripartire, per ricostruire, per intraprendere e per creare nuova e solida ricchezza e occupazione. Tutto il resto è falsità intellettuale e politica.
Questo è il quadro, che piaccia o preoccupi, se non verranno fatti provvedimenti così incisivi e straordinari da riuscire a stravolgerlo da capo a fondo. In buona sostanza , è ora che la politica la smetta di spavaldeggiare con " la volta buona" e si renda conto che il Paese sta definitivamente inabissandosi. Appelli e consigli ne sono arrivati in abbondanza e il tempo volge alla fine. Serve la volontà e serve subito, prima che i mercati ci tolgano quel che rimane della fiducia offerta ad un sistema paese, governato da una classe dirigente tanto miope e mediocre, che, davvero, la nostra storia non merita di avere.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:16