Ecco la sentenza   che libera Berlusconi

La recente sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha stabilito definitivamente che l’Italia viola il giusto processo e il diritto a non essere sanzionati due volte per lo stesso reato. Il caso è legato alla “vicenda Ifil” e all’equity swap con Exor in cui sono stati coinvolti Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti. I giudici hanno stabilito che la severità delle sanzioni è tale dall’aver fatto loro assumere una connotazione penale e quindi niente processo, perché non si può essere sanzionati due volte per lo stesso reato. È il principio del ne bis in idem che significa che non si può essere giudicati due volte per la stessa cosa. In sostanza, si tutela l’imputato di fronte allo Stato che vessa il reo all’infinito.

La società, Grande Stevens e Gabetti erano stati condannati con sanzioni amministrative da parte della Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa) e con multe da parte della giustizia ordinaria. Erano poi anche stati condannati a un anno e quattro mesi con la sospensione condizionale della pena, a seicentomila euro di multa e all’interdizione di un anno dai pubblici uffici e dalla professione.

Pochi giorni fa la Corte di Strasburgo ha rigettato il ricorso dell’Italia, uscita sconfitta già dalla sentenza di marzo 2014. Questa decisione europea è molto importante perché uniforma i diritti di tanti Paesi, costituendo un precedente destinato a fare giurisprudenza – e a innescare ricorsi – in Italia e in ben altri quarantasei Paesi membri del Consiglio d’Europa.

Un primissimo ricorso potrà essere costituito da quello che i legali di Silvio Berlusconi hanno presentato, con cui hanno denunciato a Strasburgo una situazione uguale, cioè il doppio giudizio – amministrativo e penale –per l’inchiesta sui diritti tv Mediaset. Silvio Berlusconi, dopo aver pagato in sede civile per l’evasione fiscale, poteva essere processato penalmente?

In base alla attuale sentenza europea no. Ciò rimette in discussione anche tutte le pene accessorie, tra le quali la non candidabilità. La Corte è stata chiara sul punto fondamentale, cioè che “nonostante le sanzioni imposte dalla Consob siano descritte come amministrative dalla legge italiana, la loro severità (nel caso specifico) è tale da fargli assumere una connotazione penale”.

Conseguentemente, l’aver processato penalmente per gli stessi fatti già sanzionati dalla Consob le società Exor spa e Giovanni Agnelli sas, più le Gianluigi Gabetti, Giovanni Agnelli, Virgilio Marrone e Franzo Grande Stevens, ha violato il loro diritto a non essere giudicati due volte. Analogamente è illegittimo anche per Silvio Berlusconi il secondo giudizio – e la seconda condanna – dato che è stato a quel modo condannato amministrativamente e penalmente nella vicenda dei diritti Mediaset.

L’Italia, in base agli accordi presi in sede europea e ratificati, è tenuta ad adeguarsi e uniformarsi alla sentenza europea. Una volta ricandidabile, sarebbe auspicabile un Silvio Berlusconi diverso e “nuovo”, si aspetterebbero le vere riforme che finora non sono state fatte, sino a dubitare che fosse in grado di farle.

Si spera che Berlusconi cambi radicalmente, creando una forza moderata laica vera e allontanando le inutili zavorre che lo circondano. E poi sarà fondamentale ricordarsi che uno statista è molto occupato a fare funzionare lo Stato, a farlo crescere e accrescere, non avendo in genere tempo e voglia per distrazioni di sorta. Uno statista “riga dritto” in maniera responsabile, per il bene proprio e del suo Paese.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:20