Se in Parlamento   comandano le toghe

Il punto non è se Galan o chicchessia vada in galera con l’ignominia della carcerazione preventiva – peraltro ingiustificata perché non esiste possibilità di inquinamento delle prove, né di reiterazione del reato, né pericolo di fuga – ma è che niente è cambiato. E la sensazione è che al Governo, come nel Parlamento, “comandino” le toghe. Si ricordi che, nonostante le frequenti “esondazioni” del Capo dello Stato, i poteri su cui si fonda l’Italia sono tre e divisi. Il punto vero è che, ancora con Galan, siamo nella stessa situazione di trent’anni fa e, nonostante le grandi promesse di Renzi “che ci mette la faccia”, è il giudice in carriera che decide chi fa cosa, o meglio chi non fa cosa.

Non è una questione di destra o sinistra, o al limite del convergere tra i due schieramenti del momento ma è un concetto di sostanza. In Italia non si è ancora risolto niente e il passato non è passato affatto perché si ripete. Ed è uguale a prima.

Mi viene in mente un film in cui Sergio Castellitto a un certo punto svelava l’arcano: nel nostro Paese quelli che si vogliono “gabbare” non sono quelli che, più o meno, ci rimettono in politica bensì gli italiani tutti. Cosa bisognava – bisogna e bisognerà – fare?

In primis, dare la precedenza alla riforma della giustizia, che vuole dire che si deve riformare a cominciare dalla custodia cautelare e solo dopo si può prevedere uno svuota carceri.

In secondo luogo, separare le carriere dei giudici. Infine, implementare le vie alternative di giustizia. Questo Governo, se vuole “resistere” e continuare ad avere il plauso della folla, deve procedere con la riduzione delle spese, chiedendo a Cottarelli se è arrivato a giustificare gli emolumenti concessigli e ha elaborato un programma di riformare al ribasso le spese dello Stato italiano, che sono tante e troppe. Il resto non conta.

Napolitano non vuole le elezioni che Renzi vorrebbe per sé. Il primo aspetterà che il nuovo Governo cuocia nel suo brodo e che, dopo la figuraccia europea con la mancata proposta di nomina della Mogherini (e insuccesso palese planetario), si sotterri con i suoi stessi piedi. E così farà, date le premesse. Ma a questo punto mi chiedo: noi italiani che c’entriamo? Se ci danneggiano, chi ci risarcisce? Chi è responsabile di cosa in Italia?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19