Le dimenticanze  del Fatto Quotidiano

Non è la prima volta che lo scrivo. Ammetto di stimare Il Fatto Quotidiano e la sua penna di punta (chiedendo scusa al direttore Antonio Padellaro) Marco Travaglio. E la stima nasce dal fatto – con la ‘f’ minuscola – che per il giudizio di quelle parti certa magistratura, certi pubblici ministeri di riferimento, certe inchieste, non sbagliano mai: in questo, nella testata di via Valadier, c’è una coerenza davvero invidiabile. Per esempio, venerdì scorso il ‘coloninno’ di Travaglio in prima pagina era dedicato ancora all’sms inviato dal sottosegretario Cosimo Ferri con il quale si invitava a votare due candidati (il pm Forteleoni e il giudice Pontecorvo) al Consiglio superiore della magistratura. Naturalmente, almeno in questo caso, l’articolo del vicedirettore del Fatto era rivolto contro l’uomo di governo – che, secondo quanto scritto, si sarebbe dovuto dimettere dall’incarico – e il (presunto) legame-influenza tra governo e Csm.

In realtà Forteleoni è risultato il più votato tra i pm (1571 preferenze), mentre il dottor Pontecorvo ha preso 616 voti. Delle due una: o Ferri ha intasato le reti della telefonia mobile nazionale a colpi di sms o i due candidati erano apprezzati dai colleghi che li hanno indicati. Ma questa seconda possibilità, dalle parti del Fatto, viene evidentemente esclusa ‘a prescindere’.

Poi, sempre sulla velina di certe procure di venerdì scorso (pagina 3) si poteva leggere l’articolo di Antonella Mascali il cui titolo diceva praticamente tutto: Gli sms di Ferri funzionano. Eletti i due giudici amici. Il pezzo analizzava in maniera dettagliata eletti e relativi voti ottenuti. E vi si leggeva, tra l’altro, anche di Aldo Morgigni (583 voti) definito “candidato antiferriano di Magistratura Indipendente e gip a Roma dell’inchiesta Mokbel”. Punto. In realtà, sia la Mascali sia il suo ‘sommo’ vicedirettore sembrano essersi dimenticati che il dottor Morgigni dovrebbe essere (?) la stessa persona che nel febbraio del 2010 costrinse per un’annata (tra Rebibbia e domiciliari) il fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia e altri agli arresti per “una delle frodi più colossali mai poste in essere nella storia nazionale”. Scaglia, lo scorso ottobre, fu invece riconosciuto innocente con formula piena. Sulla vicenda, mi permetto di segnalare un articolo uscito su ‘Europa’ nell’ottobre 2013, a firma di Sergio Scalpelli. Per il duo del Fatto questo precedente non esiste né potrebbe rendere discutibile e inopportuna tale promozione dell’interessato. Intanto rileggiamo alcune righe che descrivono un Marco Travaglio come uno che “mette mano alla pistola sparando cazzate a casaccio. Ecco perché spesso colpisce gli innocenti e ne pretende pure le scuse o le dimissioni” (Daniele Farina, Il Falso Quotidiano).

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:16