Di ventitré parchi nazionali, che rappresentano il 18 per cento dell’intero territorio del Paese, gli unici ad avere gli organi regolarmente nominati e funzionanti sono solo quelli del Gran Paradiso e quello delle Dolomiti. Gli altri o sono privi di Consiglio direttivo o hanno presidenti scaduti.

La denuncia è stata fatta nel corso della conferenza stampa indetta da Federparchi, la federazione dei parchi italiani, a cui hanno partecipato il presidente Giampiero Sammuri, il presidente del Parco d’Abruzzo e coordinatore della Federparchi abruzzese, Antonio Carraro, il presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Arturo Diaconale, e il direttore dello stesso parco, Marcello Maranella. Sebbene il primato temporale nell’assenza di consiglio direttivo lo detenga il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, l’elenco dei Parchi che ne sono privi è sterminato e va dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in cui il consiglio direttivo manca dal 2012, al Parco Nazionale delle Cinque Terre, dove manca dal 2010, da quello della Maddalena senza consiglio direttivo dal 2012 a quello del Gargano, da quello dei Monti della Laga carente dal 2007 a quello dello Stelvio, dove l’organo di vertice dell’ente manca dal 2010. Stessa situazione per il Parco dell’Appennino tosco-emiliano dove il consiglio direttivo manca dal 2012 o per quello dell’Arcipelago toscano, privo del consiglio dal 2012 e di quello dell’Asinara sprovvisto del consiglio dal 2008, mentre il Parco del Circeo ne è sprovvisto dal 2012. Una conferenza dovuta, dopo che il Corriere della Sera, nei giorni scorsi, ha dedicato un’intera paginata al presunto scandalo rappresentato dalla proroga, inevitabile, dell’incarico del direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso, Marcello Maranella.

“Avevo invitato Sergio Rizzo del Corriere della Sera, autore di un attacco contro di me – ha spiegato Diaconale – per consentirgli di comprendere i termini del problema, ma non si è visto. Confermando che molto, troppo spesso un certo tipo di informazione punta a sollevare scandali fasulli invece che affrontare le questioni reali”.

L’emergenza è reale e rappresenta il frutto dell’indifferenza manifestata dai numerosi ministri succedutisi, dall’evidente intreccio di diverse lobby e dalla incapacità di sciogliere il nodo della riforma della legge 394, impantanata in Parlamento da anni.

“Una situazione paradossale – ha spiegato Il presidente della Federparchi Sammuri preannunciando un ulteriore impegno presso il ministero dell’Ambiente e le forze politiche per una sollecita approvazione della legge – che investe anche altri aspetti, come dimostra l’abbandono a se stesso del presidente del Parco dell’Aspromonte, sulla cui macchina sono state sparate due pallottole senza che avesse il conforto del consiglio direttivo”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19