
Premessa. Tra i risultati che i dizionari on-line forniscono alla ricerca del termine “casta”, c’è anche il seguente: “Categoria sociale o professionale che si mantiene chiusa e compatta nella difesa dei propri interessi e privilegi”.
Partiamo da qui perché, nei giorni scorsi e all’indomani del voto sull’emendamento della Lega sulla responsabilità civile dei giudici (ed approvato grazie a qualche decina di franchi tiratori), in molti si sono affannati a dimostrare che la cosiddetta “casta dei partiti” ha voluto, con quel voto, inviare un minaccioso messaggio trasversale alla magistratura, perché la stessa è impegnata in inchieste (Expo, Mose, ecc.) che toccano quella casta. Tant’è che l’associazione di categoria (l’Anm) si è spinta fino ad affermare che è “grave e contraddittorio che si indebolisca l’azione giudiziaria proprio mentre la magistratura è chiamata a un forte impegno contro la corruzione”.
Chissà mai perché la responsabilità civile dovrebbe indebolire l’azione giudiziaria o potrebbe essere utilizzata “per liberarsi di un magistrato scomodo” (anche questo concetto si è avuto coraggio di sostenere...). Ma poi sull’argomento è intervenuto anche il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che ha espresso la sua contrarietà alla responsabilità civile diretta delle toghe. “È in gioco non un privilegio, ma l’indipendenza di giudizio del magistrato”.
Se non è un privilegio quello di non rispondere per gli errori commessi nell’esercizio delle proprie funzioni, lo si può pure definire con un termine diverso da “privilegio” ma la sostanza non cambia. In questi giorni ritornano ad essere citate vicende giudiziarie che, tranne a qualche irriducibile 'velinaro delle Procure', dovrebbero far accapponare la pelle per i loro incredibili esiti e conseguenze: errori, incertezze, limitazioni della libertà personale che si sono rivelate arbitrarie, distruzioni di vite, annientamento di rapporti personali e di ruoli pubblici. E tutto senza rispondere a chicchessia, forse neppure alla propria coscienza. Allora non resta che invitare chi sta leggendo queste righe a ritornare a dare un'occhiata alla definizione di casta riportata all'inizio di questo scritto.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:17