Scommessa socialista: un vuoto da colmare

Matteo Renzi, Beppe Grillo, Silvio Berlusconi. E poi ancora tal Matteo Salvini, Angelino Alfano, Giorgia Meloni e, di importazione, anche “la lista del greco”, esempio lampante di come la nostrana sinistra più estrema sia incapace di mettere in piedi un qualcosa di proprio, preferendo invece aggrapparsi ad un modello proveniente da terra straniera - in questo caso quella greca - e lo fa presentando (almeno ad osservare dall’esterno) candidati graditi ad uno dei più forti ed influenti potentanti economici del Paese: quello dei De Benedetti.

Ciò premesso, quello che non può non risaltare è il fatto che, ancora per una volta ed al di lá dei risultati oramai noti ai più, ad una competizione elettorale (in questo caso, per lo più, anche europea) non partecipi - con la propria autonomia, autorevolezza e dignità - un Partito Socialista Italiano. Basta guardarsi intorno per comprendere che la “scommessa socialista” è rimasta ancora nel cassetto, in quei meandri di chi non ha il coraggio di “fermarsi un giro” e magari, nel contempo, mettersi a ricostruire un patrimonio politico ed ideologico che sembra proprio mancare a questo Paese.

Nessuno se ne voglia, ma quella che veniva un tempo definita come “coscienza europea”, oggi è stata trasformata in un vuoto da colmare: non è sufficiente ottenere un incarico, assicurarsi un sottosegretariato o barattare un posto in qualche lista magari lontana anni luce con la tradizione socialista. Ci vuole invece il coraggio di rimettersi al lavoro (anche a costo di perdere qualche carica) per ricostruire dalle fondamenta un qualcosa che manca praticamente solo in Italia. Un “qualcosa'”che sia un vero Partito socialista.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19