
In Sicilia, regione a statuto speciale, si recheranno alle urne 37 Comuni dei 390 dell’isola, di cui tredici con popolazione oltre i 10mila abitanti, requisito sufficiente per andare al ballottaggio se nessuno dei concorrenti a sindaco riuscirà a superare il 50% +1 dei voti validi.
Il dato che emerge dai risultati della precedente tornata (2009) è che i sindaci, anche di città importanti, sono quasi tutti del centrodestra. Dopo le amministrative del 2012 – quando vennero rinnovati i Consigli di 147 Comuni – si era temuto che le divergenze nazionali potessero ripercuotersi sulle vicende locali. In realtà, stando alla presentazione dei candidati sindaci di queste elezioni, così non sembra.
A Caltanissetta (quasi 62mila abitanti) c’è da scegliere il successore del sindaco uscente Michele Campisi, eletto con il Popolo della Libertà, avendo scelto di militare nel partito di Alfano, non ha ritenuto opportuno concorrere per il secondo mandato. La scelta come primo cittadino di Palazzo del Carmine (nella foto) è caduta sull’avvocato Sergio Iacona, un veterano del Consiglio comunale nonostante i suoi 49 anni. È alla quinta legislatura e ha permesso di raggiungere l’unità tra Forza Italia e Nuovo Centrodestra puntando su un programma che parte dalla valorizzazione del centro storico per migliorare poi tutti i servizi comunali, soprattutto quelli sociali. Il centrosinistra, invece, si affida su Giovanni Ruvolo che non proviene dalle fila del Partito democratico e che ha ottenuto l’appoggio dell’Udc locale. Per il Movimento 5 Stelle concorre Giovanni Magrì. Gli altri due candidati sono Giacchino Lo Verme alla guida dell’Alternativa civica liberale e Michele Giarratana con il suo manifesto della buona politica, proveniente dagli ambienti di destra. Tra gli altri Comuni si vota a Bagherìa (54mila abitanti), Acireale (51mila), Mazara del Vallo (50mila), Termini Imerese e Salemi dove si ripresenta Vittorio Sgarbi, il quale ha ancora una volta fatto presente polemicamente che non si capisce perché venne sciolto due anni fa il Consiglio comunale con l’accusa di “infiltrazioni mafiose” mentre lui, all’epoca sindaco, non è stato mai “chiamato, interrogato, ascoltato”.
A Bagherìa, la terra natale del pittore Renato Guttuso e del regista Giuseppe Tornatore, si contendono la carica di primo cittadino Antonio Costa per il Centrodestra unito, dopo l’uscente Vincenzo Lo Meo, e Daniele Vella del Pd-lista civica. Per i grillini il candidato è Patrizio Cinque.
Ad Acireale – per il centrodestra – dopo l’avvocato Nino Carrozzo correrà l’ingegnere Michele Alì, che ha l’appoggio delle liste del Bene Comune. A contrastarlo, per il centrosinistra, il 48enne Sebi Leopardi, ex vicesindaco con la giunta Agostino Pennini. Capolista del M5S è Salvatore Raciti.
A Mazara del Vallo si ripresenterà il sindaco di centrodestra Nicolò Cristaldi, che dietro i suoi baffoni si batte per i problemi della pesca, dell’agricoltura e del turismo. Due i concorrenti più temibili: Caterina Agate (Pd) e Vito Torrente, vicino alla Diocesi e all’ex Governatore Raffaele Lombardo.
A Termini Imerese la partita si gioca sull’economia e sullo smantellamento dello stabilimento Fiat, nel cui sito potrebbe sorgere, secondo indiscrezioni al momento smentite, una centrale nucleare. Il centrodestra con Stefano Vitale e due donne, Loredana Scirè e Pia Milano, ha lanciato la sfida a Totò Burrafato, sindaco uscente. Graziella Vallelunga, con il suo Rinnovamento per l’Italia, rappresenta l’elemento di novità.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:03