Quarta colonna Democrazia sospesa

Le pesche con la loro forma vellutata alludono nell’inglese gergale ad una rosea tonicità, alla bellezza e ad un lato B pienamente modellato. Le pesche possono però essere anche due guance gonfiatesi per lo sforzo di spifferare, per fare una spiata, denunciare. E appunto impicciato da uno stato di denuncia e poi di accusa è il presidente a rischio di impeachment, il famoso, letterale “impescamento” chiesto diverse volte da (e da chi sennò?) Antonio Di Pietro nei confronti di Giorgio Napolitano.

Il procedimento dell’impeachment è arrivato due volte al suo epilogo finale, con un’assoluzione per parte, una per un repubblicano ed una per un democratico (Johnson, Clinton). Il terzo caso, che nei fatti rimosse il presidente, non arrivò a sentenza per le dimissioni di Nixon. In Italia l’impeachment non c’è. È prevista la decadenza da parte della Corte Costituzionale del Presidente della Repubblica per tradimento ed attentato alla Costituzione. Quando venne scritto il relativo articolo 90, si pensava a possibili minacce provenienti da una parte sola, dalla corte reale, o da ambienti conservatori e fascisti. Così lo sguardo vigile è rimasto puntato solo verso quella direzione. L’unica volta che la procedura si avviò, infatti, riguardò il presidente democristiano Francesco Cossiga e l’organizzazione segreta Gladio, il cui anticomunismo attivo non risultava mitigato dalla sintonia con la Nato.

In pieno tracollo del comunismo internazionale, su un tema come la guerra fredda, superato mille volte a parole, il Pci trovò la forza e ancora alleati, come Pannella e l’ex Dc Orlando, per mettere Cossiga in stato di accusa. Messa in stato di accusa respinta dal Parlamento. E riuscire poi a spingerlo alle dimissioni anticipate. Prima di lui anche Leone era stato spinto a lasciare il Quirinale, anche se l’accusa non era né di attentato né di tradimento, ma di ben più bassa corruzione. Anche il post-democristiano Oscar Luigi Scalfaro si trovò sotto la medesima bassa accusa, che senza canea né mediatica né di piazza respinse con tranquillità. La Consulta non è mai stata investita di un caso di effettiva decadenza presidenziale. Ha però sempre, per così dire, lavorato assieme a tutti i massimi vertici istituzionali per anticipare gli eventi secondo l’impostazione originale di cui si è detto sopra. Dall’apparire sulla scena di un fronte politico dominato da partiti considerati esterni al mondo degli estensori della Costituzione, i massici vertici si sono assunti l’impegno di cercare di evitare che, malgrado il voto, questi partiti di massima se non anti, almeno acostituzionali, prendessero il potere. Questi partiti, cioè il centrodestra, come è noto in vent’anni il potere l’hanno esercitato per 3000 giorni, 9 anni (94-95; 2001-06; 2008-11). Sono stati anni travagliati da una furiosa rabbia sociale cavalcata dal gotha della stampa, da un enorme numero di scioperi politici, da intercettazioni permanenti, da scandali giudiziari su atti politici, amministrativi, aziendali e privati, da numerosissime indignazioni di vario genere, condivise apertamente con tanto di voto da istituzioni politiche europee, dal dibattito perenne sulla legittimità politica di un imprenditore concessionario dello Stato a capeggiare la coalizione vincente. Anni durante i quali i massimi vertici si sono sempre messi di traverso, fino a bloccare diversi provvedimenti. Sono stati gli anni in cui i massimi vertici dello Stato hanno implicitamente invitato la piazza a disprezzare, insultare e aggredire, fin sulla porta fisica delle Camere, le realtà istituzionali in quanto occupate da degli usurpatori.

Nei restanti 11 anni, solo i 3 dei Governi Prodi avevano il sostegno elettorale. Per 4 anni governarono i tecnici (Dini, Amato II, Monti). Per 3 Governi ribaltoni quali i Letta-Renzi come i due D’Alema, tutti caratterizzati dal sostegno trasformistico di eletti, il cui mandato elettorale (non ammesso costituzionalmente) era contrario. Se si prende il periodo da Andreotti a Berlusconi, si potrebbero aggiungere gli altri due anni tecnici di Amato I e Ciampi. In un arco di 22 anni, c’è stato dunque, rispetto del voto popolare, con tutti i limiti sopra citati, solo per 12 anni, Gli altri 10 sono stati e sono Governi di Palazzo per il Palazzo, con una grancassa indecente capace di propagandare bugie su tutto: dai dati economici ai sondaggi, all’obbligo di ottimismo (corrispondente al passato obbligo di pessimismo).

Che gli ultimi inquilini del Quirinale abbiano lavorato per questi risultati è un dato di fatto. Il governo Monti è stato un Governo Napolitano, come quello Dini lo era stato di Scalfaro, mutuato dalla circonvenzione di incapace esercitata su un pezzo della coalizione del Governo precedente. Ce ne sarebbe d’avanzo per parlare di attentato non di uno, ma di tutti gli ultimi presidenti, espressione di una sola parte politica. Eppure l’unico tentativo effettivo in questa direzione, esercitato dai grillini, non è riuscito a superare neanche i primi passi. Il motivo è che, secondo la vera costituzione materiale del palazzo, i presidenti si sono comportati benissimo, limitando il danno di un responso elettorale pericoloso perché indirizzato fuori dal centrosinistra, unico erede dei fondatori repubblicani. Anche gli ambienti politici, istituzionali e mediatici internazionali, in un lungo lavoro fatto dentro e fuori l’Europa, sono stati convinti della pericolosità delle tendenze qualunquistiche, populistiche e nazionaliste del centrodestra, insicure per l’Europa e per i rapporti atlantici.

L’europarlamento dichiarava l’Italia a rischio della libertà, mentre la Washington di Bush la difendeva. Il clima internazionale era ancora calmo. Dopo il 2008, nello stato di crisi finanziaria, i grandi Paesi non ci sono più andati per il sottile. Le strane intese italiane con Russia e Nord Africa per energia ed emigrazione sono apparse colpe gravi. L’Italia era fuori fase, nel giudizio generale, alla nuova politica Usa per il Medio Oriente. Il Berlusconi che chiedeva ad un sospettoso Obama aiuto e sostegno rispetto alla persecuzione giudiziaria confermava i tratti di quella domanda. Ultimamente si sono seguiti interventi di opinionisti e politici americani volti ad evidenziare il ruolo del Quirinale, in accordo con altri Paesi, nelle operazioni tese alla caduta del Governo Berlusconi. Tutti ricordano i premier francese e tedesco, alleati nel Ppe, ridere di lui e della possibile tenuta del suo Governo. La caduta economica del 2011, ancora limitata a quella attuale, viene imputata da molti oggi alle decisioni del Governo Monti ubbidiente alle indicazioni franco-tedesche, contro le quali si era mosso Tremonti. Secondo una visione non troppo accusatoria, l’Italia non voleva aggiungere austerity; Berlino e Parigi temevano che questo comportamento e l’insistenza sugli eurobond minasse l’euro in generale. Quello che sempre più sostengono ora gli americani, anche molti vicini ad Obama, è che la preoccupazione avrebbe trasceso fino al forzato cambio di Governo a colpi di finanza; che il corpo burocratico europeo era coinvolto completamente, infine che c’era una quarta colonna italiana. Il presidente Barroso nel tirarsi fuori dalle accuse, ha finito per confermarle.

Viene da chiedersi dei motivi che spingono ora gli ambienti Usa a scoprirsi tanto filoberlusconiani. Il Fmi, che risponde agli Usa, partecipava anch’esso a circondare il Governo italiano. L’unica risposta plausibile sembra essere la voglia di criticare la Germania, sempre più prima inter pares in Europa. Comunque sia, è a nudo la costituzione materiale e la sua profonda antidemocraticità. Su tre grandi formazioni elettorali, a due , FI e M5S, sarebbero preclusi vittoria e governo. Fosse così, non solo l’impeachment chiesto dai grillini sarebbe giustificato, ma anche il resto dell’apicalità istituzionale dovrebbe essere azzerato e trasformato in organo elettivo. A meno che i timori dell’ingovernabilità e dell’instabilità internazionale non pongano il Paese sotto tutela permanente fino alla sospirata fine della crisi. In quel caso l’astensionismo già in grande crescita sarebbe ampiamente giustificato.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:08