“Valle” occupato, Giustizia occupata

Prosegue con la seconda ed ultima parte l’intervista ad Edoardo Sylos Labini, responsabile del Dipartimento nazionale Cultura di Forza Italia.

Forza Italia parla di casematte culturali della sinistra?

Dalle casematte gli “occupanti” di sinistra sparano impunemente al sicuro contro gli avversari politici. Ne è esempio il Teatro Valle, occupato da anni per motivi pretestuosi, come altri teatri di Roma come il Volturno e altri 100 immobili della Capitale. Il Valle, perla dell’architettura settecentesca, va in malora. È una realtà illegale che non rispetta contratti, vigili del fuoco, concorrenza leale, contributi, fisco, sicurezza sul lavoro, salari, previdenza e Siae. La presenza al teatro dell’ex ministro dei Beni culturali, dell’eurocandidato di sinistra Tsipras, di Rodotà, di personaggi, enti privati e istituzioni regionali, sempre presenti nelle iniziative Rai o nei programmi di finanziamento pubblico, sono un incitamento palese all’illegalità. Sia chiaro che il Valle occupato è un putsch alla cultura fatto da pochi noti che dentro disquisiscono di mafie politiche criminali, senza accorgersi del paradosso di parlare di se stessi. Il Valle non salva niente, non è bene comune, è male di alcuni. 70mila in meno per il lavoro dei vigili del fuoco. 90mila euro di spese della luce. 100mila in meno alla Siae, 500mila in meno alle compagnie teatrali. Un milione di spreco l’anno; pagato dal Comune di Roma di Marino e di Alemanno, cioè dai romani e dall’erario. Dall’eccellenza guidata dal nostro Aricò che dava lavoro stabile a migliaia di attori delle compagnie ed a 35 lavoratori ora impiegati al Mibac, è divenuto un buco nero che semina disoccupazione tra attori, autori e maestranze. Chiunque vi collabori non dovrebbe poter lavorare con le istituzioni o con l’aiuto pubblico. Su questo sconcio l’ex direttore del Valle ed io riuniremo in una grande manifestazione di Forza Italia tutti gli indignati, che sono tanti anche a sinistra.

Per questo intendi parlare anche a chi è schierato dall’altra parte? Non è complicato in campagna elettorale?

Quello che contano sono le idee. Le casematte predicano gli steccati politici, come destra o sinistra da anni, come fossero una discriminazione razziale, appellandosi ad idee antitetiche tra loro, proprio perché tanti liberali o progressisti rimangano a sinistra in una posizione che non è la loro, spaventati magari dalla minaccia del fango mediatico se non peggio. I tempi, elezioni o meno, stanno dimostrando che molti sono stanchi di questo sopruso illegale e di chi lo sostiene.

Così nelle casematte culturali occupate dalla sinistra (scuola, università, case editrici, giornali, tivù pubblica, media, cinema, teatro, esposizioni d’arte) c’è anche la magistratura?

Il sistema di cui si è parlato è stato una modalità assolutamente professionale di presidiare le posizioni apicali di questi istituti. I togati sono funzionari pubblici, ma sono anche gli intellettuali dell’expertise del mondo normativo. La giurisprudenza è cultura, quella dove l’onestà di analisi, innanzitutto davanti a se stessi, è la cosa più importante. L’ideale politico, un tempo in buona fede, ha messo a dura prova l’onestà intellettuale di molti vertici. Poi l’ideale è stato sostituito da blocchi corporativi e familistici cui è rimasto solo di criminalizzare e di dividere le anime della destra conservatrice, nazionale, moderata, sociale. Una grande cultura tecnica è stata piegata a scopi politici estranei alla salvaguardia arbitrale della società.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:01